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I Giganti della Sila si tingono di meraviglia: è esploso il foliage

I Giganti della Sila si tingono di meraviglia: è esploso il foliage

Un’immersione tra i Giganti della Sila nei colori caldi dell’autunno, dove le foreste si accendono di sfumature intense che regalano un paesaggio di rara bellezza

L’Italia, con la sua straordinaria varietà di paesaggi, offre uno scenario perfetto per tutti gli amanti del foliage, il fenomeno naturale che trasforma le foglie degli alberi in un teatro di colori intensi, creando un’atmosfera davvero suggestiva e coinvolgente.

Oggi, il nostro viaggio ci porta nel cuore della Calabria, alla scoperta di una delle sue attrazioni più affascinanti: la Riserva dei Giganti della Sila. Questo prezioso angolo di biodiversità è celebre per la presenza di conifere millenarie, alcune delle quali superano persino i 40 metri di altezza, uno sfondo incantevole, pronto a emozionarci e lasciarci a bocca aperta.

Durante l’autunno, infatti, il parco si trasforma in un panorama da cartolina, un’esperienza imperdibile che solo questa stagione può offrire.

I colori autunnali della Sila: uno spettacolo da non perdere

La Riserva Naturale dei Giganti della Sila, situata in provincia di Cosenza, è un luogo di grande valore ecologico e paesaggistico. Conosciuta anche come Riserva Naturale del Fallistro, è un’area protetta istituita nel 1987 con l’importante scopo di preservare la biodiversità dell’ecosistema silano.

Qui si trovano più di 60 esemplari di pino laricio e acero montano, che si ergono maestosi con tronchi imponenti che possono raggiungere anche i 2 metri di larghezza. Questi alberi millenari raccontano la storia della nostra Terra e ci ricordano l’importanza vitale di proteggere e preservare i nostri ecosistemi.

Ammirare il foliage in questi boschi è più di un semplice viaggio, è un’esperienza sensoriale che incanta e coinvolge. In particolare, le date del 22 e 29 ottobre e del 5, 12 e 19 novembre 2023 segnano l’occasione per partecipare a emozionanti escursioni guidate, organizzate dal Fondo Ambiente Italiano (FAI), per permettere ai visitatori di ammirare la bellezza del luogo in questa stagione.

Le sfumature mutevoli delle foglie contribuiscono a creare un’atmosfera magica. Il tepore dei faggi e degli aceri di montagna, la luminosità dei pioppi e il profumo intenso e rigenerante del sottobosco sono gli elementi che compongono una scenografia naturale, tra le più belle del nostro Paese. Per maggiori informazioni sui costi e gli orari, vi suggeriamo di consultare il sito ufficiale.

Emozionanti avventure nella natura selvaggia

Oltre alle escursioni guidate, i Giganti della Sila offrono molti modi per lasciarsi scoprire. Gli appassionati di trekking, ad esempio, potranno esplorare i numerosi sentieri ben segnalati, mentre gli amanti della bicicletta potranno esplorare i percorsi cicloturistici che offrono panorami perfetti per scattare foto indimenticabili. Al contempo, per un’esperienza più immersiva, è possibile partecipare a entusiasmanti escursioni a cavallo, un modo diverso per scoprire le meraviglie di questi luoghi.

Inoltre, le attività all’aperto e l’esplorazione della natura sono indubbiamente arricchite dalla scoperta della gastronomia locale. I piatti tipici della zona sono un vero tripudio di sapori autentici, con un tocco leggermente piccante che li rende davvero unici. Gustare queste specialità non solo delizierà il palato, ma permetterà anche di tuffarsi nella cultura e nelle tradizioni del luogo.

Quindi, non ci resta che pianificare il prossimo viaggio per scoprire e assaporare tutte queste meraviglie.

Alla scoperta del Sentiero del Brigante: trekking tra le meraviglie della Calabria

Alla scoperta del Sentiero del Brigante: trekking tra le meraviglie della Calabria

Il Sentiero del Brigante è un’esperienza unica per gli amanti del trekking e della natura. Si tratta di un percorso di 140 km che attraversa il Parco Nazionale dell’Aspromonte e le Serre Calabresi, seguendo le tracce dei briganti che hanno segnato la storia di questa terra; Il sentiero offre paesaggi mozzafiato, tra boschi, torrenti, cascate, montagne e borghi antichi, dove si possono scoprire la biodiversità di questo territorio ma anche le tradizioni ed i sapori della Calabria.

Sviluppandosi all’interno di due aree protette, il Parco nazionale dell’Aspromonte ed il Parco naturale delle Serre, rappresenta un’importante risorsa per il turismo e quindi per lo sviluppo del territorio ed è presente nell’Atlante Nazionale dei Cammini del MIBACT. Il nome nasce dal fatto che fu una strada percorsa in passato da numerosi briganti tra cui: Nino MartinoGiuseppe Musolino, la banda Mittica.

In questo articolo vi raccontiamo tutto quello che c’è da sapere per organizzare il vostro viaggio.

Come arrivare al Sentiero del Brigante

Il Sentiero del Brigante parte dalla località sciistica di Gambarie frazione di Santo Stefano in Aspromonte, in provincia di Reggio Calabria. Per raggiungere Gambarie si può prendere l’autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria e uscire a Reggio Sud, seguendo le indicazioni per Gambarie. In alternativa, si può arrivare in treno alla stazione di Reggio Calabria Centrale e da lì prendere un autobus o un taxi per Gambarie. Il Sentiero del Brigante termina a Serra San Bruno oppure a Bivongi-Stilo, nelle Serre Calabresi. Per tornare a Reggio Calabria si può prendere un autobus o un taxi fino a Vibo Valentia e da lì un treno o un’autostrada.

Le tappe del Sentiero del Brigante

Il Sentiero del Brigante è suddiviso in 9 tappe, per un totale di circa 120 km. Ogni tappa ha una lunghezza variabile tra i 10 e i 20 km e una difficoltà escursionistica medio-alta. Si consiglia di percorrere il sentiero in primavera o in autunno, evitando i mesi più caldi e quelli più freddi. Ecco le tappe del Sentiero del Brigante:

  • Prima tappa: Gambarie – Piani di Carmelia. Lunghezza: 16 km. Dislivello: +600 m / -800 m. Durata: 6 ore. Difficoltà: E (escursionistico). Si parte da Gambarie e si sale fino al Monte Scirocco, da dove si gode una splendida vista sullo Stretto di Messina e sull’Etna. Si prosegue poi verso i Piani di Carmelia, una vasta area pianeggiante ricca di sorgenti e pascoli.
  • Seconda tappa: Piani di Carmelia – Zervò. Lunghezza: 14 km. Dislivello: +400 m / -600 m. Durata: 5 ore. Difficoltà: E (escursionistico). Si lasciano i Piani di Carmelia e si scende verso il torrente Amendolea, dove si trova il ponte dei Saraceni, un antico ponte in pietra di origine medievale. Si risale poi verso Zervò, una frazione di San Luca famosa per essere stata il quartier generale dei briganti guidati da Giuseppe Musolino.
  • Terza tappa: Zervò – Passo del Mercante. Lunghezza: 18 km. Dislivello: +900 m / -700 m. Durata: 7 ore. Difficoltà: E (escursionistico). Si parte da Zervò e si sale verso il Monte Cucco, il punto più alto dell’Aspromonte con i suoi 1956 metri. Da qui si può ammirare un panorama a 360 gradi sulle montagne circostanti e sul mare. Si scende poi verso il Passo del Mercante, un valico che collegava la Calabria con la Sicilia.
  • Quarta tappa: Passo del Mercante – Passo della Limina. Lunghezza: 15 km. Dislivello: +500 m / -800 m. Durata: 6 ore. Difficoltà: E (escursionistico). Si lascia il Passo del Mercante e si entra nel territorio delle Serre Calabresi, una catena montuosa che separa la costa tirrenica da quella ionica. Si passa per il borgo di Gerace, uno dei più belli d’Italia, dove si possono visitare la cattedrale normanna, il castello e il museo archeologico. Si arriva poi al Passo della Limina, un altro valico storico.
  • Quinta tappa: Passo della Limina – Croce Ferrata. Lunghezza: 12 km. Dislivello: +400 m / -600 m. Durata: 5 ore. Difficoltà: E (escursionistico). Si parte dal Passo della Limina e si scende verso il lago Angitola, un bacino artificiale che ospita una ricca fauna acquatica e avicola. Si prosegue poi verso Croce Ferrata, una località dove si trova una grande croce in ferro che segna il confine tra le province di Vibo Valentia e Catanzaro.
  • Sesta tappa: Croce Ferrata – Serra San Bruno. Lunghezza: 14 km. Dislivello: +600 m / -500 m. Durata: 6 ore. Difficoltà: E (escursionistico). Si lascia Croce Ferrata e si sale verso il Monte Pecoraro, da dove si può godere di una vista spettacolare sulle Serre e sul golfo di Sant’Eufemia. Si scende poi verso Serra San Bruno, una cittadina nota per il suo santuario dedicato a San Bruno, fondatore dell’ordine dei Certosini.
  • Settima tappa: Serra San Bruno – Bivongi. Lunghezza: 18 km. Dislivello: +700 m / -900 m. Durata: 7 ore. Difficoltà: E (escursionistico). Si parte da Serra San Bruno e si attraversa la foresta di Santa Maria del Bosco, dove si possono ammirare le cascate del Marmarico, le più alte della Calabria con i loro 114 metri. Si arriva poi a Bivongi, un paese che conserva testimonianze di varie culture, come la chiesa bizantina di San Giovanni Theristis, la sinagoga ebraica e il monastero ortodosso di San Giovanni Battista.
  • Ottava tappa: Bivongi – Stilo. Lunghezza: 10 km. Dislivello: +300 m / -400 m. Durata: 4 ore. Difficoltà: E (escursionistico). Si lascia Bivongi e si segue il corso del fiume Stilaro, che ha dato il nome alla valle e al paese di Stilo. Qui si può visitare la Cattolica, una chiesa in stile bizantino risalente al X secolo, considerata uno dei capolavori dell’arte calabrese.
  • Nona tappa: Stilo – Monasterace. Lunghezza: 13 km. Dislivello: +200 m / -400 m. Durata: 5 ore. Difficoltà: E (escursionistico). Si parte da Stilo e si scende verso il mare Ionio, passando per il borgo di Pazzano, dove si può ammirare il santuario rupestre di Santa Maria della Stella, scavato nella roccia. Si arriva infine a Monasterace, una località balneare che ospita i resti dell’antica città greca di Caulonia.

    Dove dormire e cosa mangiare

    Lungo il percorso si possono trovare diverse strutture ricettive, come agriturismi, bed and breakfast, rifugi e ostelli ma anche case private che accolgono i viandanti. Si consiglia di prenotare in anticipo soprattutto nei periodi di maggiore affluenza così da poter affrontare il cammino serenamente ed in maniera organizzata . Per quanto riguarda il cibo, si può gustare la cucina tipica calabrese, basata su prodotti locali come formaggi, salumi, pane, pasta, verdure, carne e pesce. Tra i piatti più famosi ci sono la ‘nduja, un salume piccante da spalmare sul pane, i maccheroni al ferro una pasta fatta a mano con un ferretto, grigliate di carne bianca e rossa, funghi dell’Aspromonte e la pitta ‘mpigliata, un dolce ripieno di frutta secca e miele ma questi sono solo alcuni esempi delle innumerevoli leccornie di questa splendida terra.

    Perché scegliere il Sentiero del Brigante

    Il Sentiero del Brigante è un’opportunità per chi vuole vivere un’avventura indimenticabile, immerso nella natura e nella storia di una terra affascinante e misteriosa. Percorrendo il sentiero, si possono scoprire le bellezze paesaggistiche, artistiche e culturali della Calabria, tra montagne, boschi, cascate, laghi, borghi e monumenti ma ci si immerge anche in una magnifica esperienza sensoriale.

    Si possono anche incontrare le persone del luogo che custodiscono le tradizioni ed i sapori di una cucina genuina e variegata e rappresentano i custodi di una cultura antica che si tramanda da secoli.

    Fare trekking sul Sentiero del Brigante è anche una sfida personale, che richiede preparazione fisica, attrezzatura adeguata e spirito di adattamento. Si tratta di un’esperienza che mette alla prova le proprie capacità e che regala emozioni forti e sensazioni uniche.

Tra i parchi naturali della Calabria: un affascinante viaggio autunnale alla scoperta del foliage e dei suoi colori mozzafiato

Tra i parchi naturali della Calabria: un affascinante viaggio autunnale alla scoperta del foliage e dei suoi colori mozzafiato

Foliage autunnale in Calabria

Quando si pensa alla Calabria, spesso la mente si proietta immediatamente verso l’immagine di spiagge dorate e acque cristalline. Tuttavia, chi crede che questa regione sia un paradiso prettamente estivo sta per scoprire una sorprendente verità: la Calabria è un luogo che vive in ogni stagione dell’anno, e l’autunno è il momento ideale per svelare la sua magia nascosta.

La chiave per apprezzare appieno l’autunno calabrese è il “Foliage”, un termine che evoca la trasformazione delle foglie, quando perdono la clorofilla e si tingono di tonalità calde di giallo, arancione, rosso e marrone. Questa esplosione di colori, sia nelle foreste che sotto gli alberi, crea scenari fiabeschi e surreali. Negli ultimi anni, il turismo legato al Foliage ha conosciuto una crescita significativa, e la Calabria non vuole restare indietro. Il periodo migliore per ammirare questa magia va dalla fine di ottobre fino a novembre, ma, essendo un fenomeno naturale, le date possono variare leggermente di anno in anno.

Ecco un itinerario da nord a sud attraverso quattro parchi naturali calabresi che offrono spettacolari esperienze di Foliage autunnale:

Parco Nazionale del Pollino

Il Parco Nazionale del Pollino, situato al confine tra la Calabria e la Basilicata, è il parco naturale più grande d’Italia, estendendosi su oltre 103.900 ettari. Prende il nome dal Massiccio del Pollino e copre tre province: Cosenza, Potenza e Matera. Se scegliete il Pollino, esplorate i pittoreschi borghi di Morano Calabro e Civita, entrambi inseriti tra i “Borghi più belli d’Italia”. La natura spettacolare che vi circonda non deluderà mai.

Parco Nazionale della Sila

Il Parco Nazionale della Sila, il più antico tra i parchi calabresi, si estende su quasi 73.700 ettari nel cuore della Sila, abbracciando le province di Cosenza, Crotone e Catanzaro. La Sila si suddivide in tre aree distintive: Sila Greca, Sila Grande e Sila Piccola. Nel cuore della Sila, potrete visitare il meraviglioso Parco dei Giganti della Sila, l’unico bene FAI in Calabria. Esplorate le vallate e i laghi circostanti, e non dimenticate di assaporare la cucina locale a base della rinomata “patata della Sila” a Camigliatello Silano.

Parco Naturale Regionale delle Serre

Continuando verso sud, si trova il Parco Naturale Regionale delle Serre, che si estende su oltre 17.700 ettari nelle province di Vibo Valentia, Catanzaro e Reggio Calabria. Questo parco è suddiviso in diverse zone. Se scegliete le Serre, non potete perdere Serra San Bruno, una meta che offre non solo bellezze naturali ma anche un’atmosfera spirituale e prelibatezze culinarie a base di funghi. Potrete immergervi nella bellezza dei boschi e delle faggete che caratterizzano il parco. Inoltre, un luogo poco conosciuto ma affascinante è Nardodipace, nel territorio vibonese, noto per la misteriosa “Stonehenge calabrese”, un insieme di giganteschi megaliti risalenti a un’antica civiltà, forse quella dei Pelasgi (5000-3000 a.C.). Questo luogo è assolutamente da visitare, soprattutto durante il periodo del Foliage autunnale in Calabria.

Parco Nazionale dell’Aspromonte

Spostandoci più a sud nella Calabria, incontriamo il selvaggio Parco Nazionale dell’Aspromonte, che copre interamente la provincia di Reggio Calabria e si estende su poco più di 63.150 ettari. Dal 2021, è parte del circuito dei geo-parchi del patrimonio UNESCO. Se optate per l’Aspromonte, visitate due località imperdibili: Gambarie e Canolo. A Gambarie, una graziosa frazione di Santo Stefano d’Aspromonte, ammirate il caratteristico borgo e la suggestiva fontana di cristallo, simbolo della montagna. Le foreste di abeti, faggi, pini e castagni vi incanteranno. Canolo, sul versante ionico, è un suggestivo borgo protetto dal Monte Mutolo, noto per le sue vette chiamate “Dolomiti del sud”. Qui, tra le faggete, i pini e le querce secolari, potrete esplorare i Piani di Zervò, lo Zomaro, Pietra Cappa, le cascate Mundu e Galasia, e anche mete più remote come il Passo della Limina, il confine naturale tra le Serre e l’Aspromonte.

In conclusione, l’autunno calabrese è un periodo straordinario per esplorare la regione attraverso il Foliage, scoprendo le molteplici sfaccettature di questa terra che offre molto più del solo mare. Preparatevi a vivere una Calabria come non l’avete mai vista, immersi nei colori accesi dell’autunno e nella bellezza naturale dei suoi parchi.

Calabria, la natura selvaggia dell’Aspromonte da scoprire in bici: escursione ad alta quota

Calabria, la natura selvaggia dell’Aspromonte da scoprire in bici: escursione ad alta quota

Gita in bicicletta alla scoperta della Calabria più inedita: vi portiamo sulle alture dell’Aspromonte, dove godere dell’aria buona dei boschi di faggio 

La Calabria è una regione meravigliosa, e visitarla solo d’estate, per le sue spiagge e il mare cristallino, è riduttivo. Chi ama andare alla scoperta della vera anima dei luoghi, al di là della superficie confezionata per il turista, sa di cosa stiamo parlando. Gli sterminati paesaggi interni di questa Regione regalano sorprese per chi questa terra, così particolare, desidera scandargliarla fino in fondo, per conoscerne le tante perle nascoste.
Oggi vi portiamo lungo un immaginario tour nel bellissimo Parco Nazionale dell’Aspromonte, polmone verde della Calabria, dal 2021 inserito nella rete mondiale dei geoparchi curata direttamente dall’UNESCO.

Un sogno per gli amanti delle escursioni, questo parco è scrigno di biodiversità faunistica e floreale. Una ricchezza unica, da ammirare al meglio sulle due ruote: stiamo, infatti, parlando di un territorio molto vasto, motivo per il quale la bicicletta è il mezzo perfetto per percorrere il Parco. Decine i bellissimi sentieri naturalistici che si celano nel cuore del Parco Nazionale dell’Aspromonte, dove si assiste all’esplosione della natura incontaminata.

Calabria, la ricchezza arborea del Parco Nazionale dell’Aspromonte

Preziosi i corsi d’acqua che si incontrano percorrendo questo parco, in cui poter ammirare l’immensa varietà arborea della Calabria. Passeggiando, in escursione, lungo i sentieri per i visitatori, vi imbatterete nei ricchi boschi di faggi e, addentrandosi sempre di più vicino alla costa, il paesaggio cambia, e i faggi lasciano spazio a incantevoli oleandri e tamerici. Salendo, invece, di quota, ecco le bellissime pinete di pini larici: siamo finalmente arrivati dinanzi all’albero erto a simbolo dell’Aspromonte calabro.
Alberi secolari, sotto ai quali poter sostare per un momento di ristoro, che sia da connessione tra noi e lo spirito di Madre Natura, che in questo territorio all’apparenza così arido, si esprime in tutta la sua magnificenza.

Il patrimonio geologico è sconfinato, considerando, inoltre, gli scorci panoramici di cui anche godere passeggiando e raggiungendo alture da cui guardare il percorso già fatto. Bellezza selvaggia, scostante, immutata: un territorio dal valore incommensurabile, da tutelare con tutti i mezzi a disposizione.

Una passeggiata da fare in solitaria o in compagnia, purché con lo spirito giusto: quello di imparare, dalla natura, la perseveranza della bellezza. Vale la pena tornarci in diversi periodi dell’anno, per godere, a pieno, dello spettacolo di colori che d’autunno veste i boschi di giallo e rosso, in primavera di verde smeraldo.

Un’escursione adatta a chi desidera conoscere la vera essenza della Calabria più autentica, e farlo in bici consente di scoprire, con calma ma in maniera accurata, le mille strade del Parco Nazionale dell’Aspromonte.

Alla scoperta del gatto selvatico dell’Aspromonte: un gioiello della biodiversità calabrese

Alla scoperta del gatto selvatico dell’Aspromonte: un gioiello della biodiversità calabrese

Se siete appassionati di natura e di animali selvatici, non potete perdervi la scoperta di una specie rara e affascinante che vive nel Parco Nazionale dell’Aspromonte: il gatto selvatico europeo (Felis silvestris silvestris).

Questo felino, che non va confuso con il gatto domestico o con il gatto soriano, è un abile cacciatore di mammiferi e uccelli, che si muove soprattutto di notte per evitare i pericoli derivanti dalla presenza umana. Il suo habitat preferito sono le foreste di latifoglie, dove trova riparo e cibo.

Il gatto selvatico dell’Aspromonte fa parte di un nucleo distribuito approssimativamente dall’Aspromonte fino agli Appennini centro-settentrionali, e rappresenta una delle poche popolazioni rimaste in Italia, dove si stima la presenza di poche migliaia di esemplari.

Perché il gatto selvatico è una specie minacciata e protetta

Il gatto selvatico ha subito nel passato una forte persecuzione da parte dell’uomo, che lo ha cacciato per la sua pelliccia o per eliminarlo come predatore del bestiame. Inoltre, la perdita e la frammentazione dell’habitat hanno ridotto il suo areale e le sue risorse alimentari.

Oggi, il gatto selvatico è rigorosamente protetto da leggi nazionali e direttive europee, ma è ancora esposto a diverse minacce, tra cui:

– l’ibridazione con i gatti domestici randagi e vaganti, che potrebbe compromettere la sua identità genetica ed ecologica;
– la trasmissione di malattie infettive da parte dei gatti domestici;
– la mortalità dovuta ad incidenti stradali o al bracconaggio.

Per queste ragioni, il gatto selvatico è considerato una specie vulnerabile dalla Lista Rossa IUCN e una specie prioritaria dalla Direttiva Habitat.

Come riconoscere il gatto selvatico dall’aspetto fisico

Il gatto selvatico dell’Aspromonte ha un aspetto simile a quello del gatto domestico, ma presenta alcune caratteristiche distintive, tra cui:

– una taglia maggiore, con una lunghezza corporea di 50-80 cm e un peso di 3-8 kg;
– una coda più corta e più spessa, con anelli neri ben definiti e una punta nera;
– un mantello grigio-brunastro con striature nere sul dorso e sulle zampe, e macchie rossastre sul ventre;
– delle orecchie arrotondate con ciuffi di peli neri;
– degli occhi verdi o gialli con pupille verticali.

Come avvistare il gatto selvatico nel Parco Nazionale dell’Aspromonte

Avvistare il gatto selvatico nel Parco Nazionale dell’Aspromonte non è facile, vista la sua natura schiva e notturna. Tuttavia, è possibile aumentare le probabilità seguendo alcuni consigli:

– visitare il parco in primavera o in autunno, quando i gatti selvatici sono più attivi per la riproduzione o per l’accumulo di grasso invernale;

– scegliere le ore del crepuscolo o dell’alba, quando i gatti selvatici escono dai loro rifugi per andare a caccia;

– muoversi in silenzio e con abbigliamento mimetico, evitando rumori o odori forti che potrebbero allarmare i gatti;

– osservare le tracce lasciate dai gatti selvatici sul terreno o sugli alberi, come impronte, graffi o escrementi;

– utilizzare binocoli o telecamere a infrarossi per individuare i gatti a distanza;

– affidarsi alla guida di esperti del parco o di associazioni ambientaliste che conoscono i luoghi e i comportamenti dei gatti selvatici.

Se avrete la fortuna di incontrare il gatto selvatico dell’Aspromonte, ricordatevi di rispettare la sua tranquillità e la sua libertà, senza disturbarlo o avvicinarvi troppo. Così facendo, contribuirete alla sua conservazione e alla sua valorizzazione, e potrete godere di uno spettacolo unico e indimenticabile.

Parco delle Serre: sentieri, cascate, come arrivare, paesi

Parco delle Serre: sentieri, cascate, come arrivare, paesi

Alla scoperta del vastissimo Parco delle Serre: sentieri e itinerari per ritrovare una bellezza senza tempo.

Il Parco Naturale delle Serre si estende su un’area di oltre 17.000 ettari, abbracciando alcuni comuni della provincia di Reggio Calabria e parte di quella di Vibo Valentia e Catanzaro. Questo parco è una fusione perfetta di diversi ecosistemi, ospitando una varietà di specie animali e vegetali, rendendolo un luogo di grande interesse naturale. Si tratta di un luogo da non perdere se ti trovi nella Locride o sulla Costa dei Gelsomini: scopri allora cosa vedere al Parco Naturale delle Serre.

Cosa vedere nelle serre calabresi: alcuni sentieri

Il parco offre una serie di percorsi segnalati, ideali per escursioni a piedi, in bicicletta o a cavallo.

  • Uno dei percorsi più popolari è il sentiero che porta alla cima del Monte Pecoraro, il punto più alto del parco. Da qui, potrai godere di una vista panoramica mozzafiato sulla regione. Lungo il percorso, avrai l’opportunità di osservare da vicino la ricca biodiversità del parco, che ospita numerose specie di piante e animali.
  • Se preferisci un’escursione più rilassante, il parco offre anche percorsi più brevi e meno impegnativi, ma altrettanto affascinanti. Ad esempio, il sentiero Anello-Bellavista è lungo 9 chilometri e ti impegnerà circa cinque ore e mezza. Si parte da Acquaro e si attraversano pendici, sorgenti e corsi d’acqua.
  • In alternativa si potrebbe fare il Sentiero Faggio del Re Speranza, un percorso circolare che parte e arriva a Fabrizia. Qui impiegherai 4 ore per fare un percorso di 13 chilometri. Camminerai fra monti ricoperti di faggi, abeti e sorgenti.

    Cascate delle Serre: dove trovarle

    Il Parco delle Serre è attraversato da numerose cascate e corsi d’acqua, diventando punti di interesse per i visitatori. Molte cascate, seppur di piccole dimensioni, sono rintracciabili lungo i percorsi segnalati. Una delle più note è sicuramente la Cascata del Marmarico, che si trova nel comune di Bivongi. Il modo migliore per arrivarci è tramite i sentieri che collegano ogni angolo del parco. In alternativa potresti partire da Bivongi e affrontare una camminata di un paio d’ore.

    Tra le più piccole, ma comunque degne di note, c’è la cascata di Pietra Cupa lungo la fiumara Assi di Guardavalle. Da non perdere, infine, anche l’Oasi WWF del Lago Angitola: anche se non ci sono dislivelli d’acqua, lo spettacolo naturale è assicurato.

    Come arrivare al Parco Naturale delle Serre

    Situato nella splendida regione della Calabria, il parco è facilmente raggiungibile da diverse città importanti. Se viaggi in auto, avrai l’opportunità di godere di un viaggio panoramico attraverso l’entroterra. Per via della sua posizione il parco si può raggiungere sia dalla costa tirrenica, e in particolare da Vibo Valentia tramite la SS 182, sia dalla costa ionica, grazie alla SP 9 che parte da Monasterace e passa per Stilo.

    Per coloro che preferiscono i mezzi pubblici, ci sono diverse opzioni disponibili. Alcune compagnie di autobus offrono servizi regolari verso alcuni comuni del parco da città come Reggio Calabria e Catanzaro. Inoltre, ci sono stazioni ferroviarie lungo la costa che possono essere un punto di partenza.

    Cosa vedere a Serra San Bruno

    Nel cuore del Parco Naturale delle Serre si trova un luogo che vale la pena visitare: la città di Serra San Bruno. Questa affascinante località è famosa per la sua ricca storia e le sue bellezze naturali.

    Serra San Bruno è nota per il suo monastero, fondato da San Bruno di Colonia nel 1091. Questo luogo di pace e tranquillità è ancora oggi un importante centro di spiritualità. Ma non è tutto, la città offre anche una serie di attrazioni naturali, tra cui boschi lussureggianti e corsi d’acqua cristallini. Nei pressi del luogo di culto vale la pena visitare anche il Museo della Certosa, che offre una panoramica sulla cultura certosina.