da Redazione | Nov 29, 2023 | Blog/News, Calabria Parchi
Nel novembre del 1993, due anni dopo la legge-quadro sulle aree protette, è stato istituito il più vasto Parco italiano per estensione. Un mondo di rocce, lupi, pini loricati e tradizioni che regala emozioni uniche.
L’Italia della natura protetta ha fatto un balzo in avanti meno di due anni prima, quando il Parlamento ha approvato la legge n. 394 del 6 dicembre 1991. Un provvedimento che gli ambientalisti chiedevano a gran voce da decenni, che mette fine a una lunga discussione in materia di Parchi e Riserve, che ha un enorme impatto sul territorio. Grazie alla legge-quadro, in pochi anni, i Parchi nazionali italiani salgono da cinque a una ventina (oggi sono 26) compreso il Parco nazionale del Pollino.
La vigilanza sui Parchi, con l’eccezione di quelli “storici” del Gran Paradiso e d’Abruzzo, viene affidata al Corpo Forestale dello Stato, che poi lascerà il posto ai Carabinieri Forestali.
Tra il 1988 e il 1989, mentre la legge-quadro è in discussione, altri Parchi nazionali come quelli dei Sibillini e del Pollino, hanno iniziato a nascere grazie a dei decreti-legge appositi. Dopo l’approvazione della legge 394, dei provvedimenti specifici formalizzano via via l’istituzione e le planimetrie dei nuovi Parchi. Uno di questi, del 15 novembre del 1993, sancisce la nascita del Parco Nazionale del Pollino.
Caratteristiche e Biodiversità del Parco
Si tratta di un’area protetta che con i suoi 192.565 ettari è la più vasta d’Italia (la seguono il Cilento-Vallo di Diano e il Gran Sasso-Laga), che interessa due Regioni (Basilicata e Calabria), tre Province (Cosenza, Matera e Potenza) e ben 82 Comuni. La sede dell’Ente Parco è a Rotonda, sul versante lucano.
Oltre al massiccio del Pollino e della Serra Dolcedorme, che con i suoi 2266 metri è la vetta più alta, fanno parte del Parco il Monte Alpi di Latronico, in Basilicata, le selvagge vette dell’Orsomarso in Calabria, e ampie zone collinari affacciate sul Tirreno e sullo Jonio. L’area naturale che gode di un ampio prestigio naturalistico è composta di rocce dolomitiche, di bastioni calcarei, di pareti di faglia di origine architettonica, di dirupi, di gole molto profonde, di grotte carsiche, di timpe di origine vulcanica, di inghiottitoi, di pianori, di prati, di pascoli posti ad alta quota, di accumuli morenici, di circhi glaciali e di massi erratici.
Grazie al Parco, vengono tutelati monumenti naturali come il canyon del Raganello e la valle del Lao, migliaia di ettari di rigogliose faggete, l’intero areale del pino loricato, una conifera dalla forma bizzarra e contorta che cresce nelle aree più rocciose e più impervie. Qualche anno prima, ai piedi della Serra delle Ciavole, erano stati individuati due esemplari di pini loricati vicini ai 1.000 anni di età.
Nel Parco Nazionale del Pollino, dal momento della sua istituzione, vivono il lupo, l’aquila reale, il capriolo, lo scoiattolo meridionale (dal pelame molto scuro), il gufo reale e il microscopico driomio calabrese, un roditore presente solo su poche montagne del Sud. Negli anni successivi verrà reintrodotto l’avvoltoio grifone e sarà confermata la presenza della lontra nei fiumi.
Sviluppo del Parco Nazionale del Pollino
Grazie al Parco, negli anni, si rilanciano sapori e prodotti del territorio, nasce una rete di centri visitatori e musei, cresce l’afflusso verso siti storici straordinari come la Grotta del Romito, presso Papasidero, dove il graffito di un “bos primigenius” è tra i capolavori dell’arte preistorica europea. Partono i progetti a tutela della cultura degli “Arbëreshë”, i discendenti degli albanesi immigrati tra il Quattro e il Cinquecento, durante l’invasione turca dei Balcani.
Tra gli escursionisti, già da anni, sono famosi i sentieri che salgono al Pollino, alla Serra del Prete e al Dolcedorme, e dopo il 1993 iniziano a essere frequentati anche i massicci meno noti. La creazione di una rete di sentieri segnati è più recente.
Oltre all’escursionismo a piedi si sviluppano quelli in mountain-bike e a cavallo, lo scialpinismo e le ciaspole, l’alpinismo invernale, la discesa dei canyon e il rafting sulle acque del Lao. La speleologia, come racconterà nel 2021 il film “Il buco” di Michelangelo Frammartino, è praticata da decenni. Il titolo di Geoparco dell’UNESCO, che si aggiunge da qualche anno a quello di Parco nazionale, conferma la bellezza e l’interesse scientifico di grotte, canyon e altre formazioni rocciose.
“Nell’ambito delle complesse sfide che ci aspettano, il Pollino e gli altri i Parchi avranno un ruolo di laboratori dove sperimentare modelli virtuosi di convivenza con la natura” ha detto la presidente Viola. “Essere parte di un’area protetta è un valore aggiunto e una straordinaria opportunità di sviluppo locale”.
da Redazione | Nov 27, 2023 | Blog/News
Fin dall’antichità poche regioni italiane sono state percorse in lungo e in largo come la Calabria dai grandi viaggiatori della Storia, attratti non soltanto dalle bellezze del territorio ma anche dalla sua civiltà distillata nei millenni, in particolare dall’etica e dall’alta spiritualità mista alla filosofia e all’arte
Tra i viaggiatori etici più recenti vi è il noto regista tedesco Wim Wenders il quale (dopo averci girato il suo film “Il Volo”) ha dichiarato ai tanti Premi Nobel per la Pace riuniti a Berlino nel loro 10° Summit il 10 novembre 2009: “La vera utopia non è la caduta del muro ma quello che è stato realizzato in alcuni paesi della Calabria, Riace in testa. Il vero miracolo non è qua, ma in Calabria, dove per la prima volta ho davvero visto un mondo migliore.” Inoltre ha affermato che: “Il coraggio e l’ospitalità dimostrata dalla cittadina di Riace mi hanno colpito profondamente e rappresentano una luce di speranza in un tempo contrassegnato in tutta Europa dal buio della xenofobia e del nazionalismo.”
Illustri viaggiatori della Storia
Dallo storico Erodoto (484-425 a.C.) a Stendhal (1783-1842), da San Bruno da Colonia (1030-1101) a Norman Douglas (1868-1952), da Gerhard Rohlfs (1892-1986) a Gertrude Slaughter (1870-1963) una infinità di viaggiatori e di studiosi italiani ed esteri hanno amato e raccontato la Calabria. Ad alcuni di loro è stata pure intitolata qualche toponomastica, come “Piazza Gerhard Rohlfs” a Badolato Marina alla presenza dei figli il 14 luglio 2002.
Calabria la prima Italia
Una citazione più approfondita merita il libro “Calabria la prima Italia” un’ampia ed erudita monografia, scritta dalla scrittrice americana Gertrude Slaughter a seguito del suo lungo soggiorno in Italia e dei suoi viaggi in Calabria. Pubblicata nel 1939 dalla University of Wisconsin Press di Madison, l’opera è costituita da una prefazione, in cui l’autrice spiega perché la Calabria venne denominata Italia, e trentuno capitoli, suddivisi in sei parti, dedicate all’analisi delle principali epoche storiche: dalla Magna Grecia al Dominio spagnolo.
Il libro “Calabria la prima Italia”, appena pubblicato in una nuova edizione da Meligrana Editore di Tropea, è il risultato di approfondite ricerche e di un’accurata analisi di culture: da quella greco-romana fino a quella rinascimentale. Dalle prime pagine, oltre la notevole formazione classica dell’autrice, traspare la sua sensibilità e l’amore per questa regione italiana; innamoramento che si palesa più esplicitamente alla fine di alcuni capitoli, nella caparbia volontà di definire la Calabria la prima Italia, per porre in quella terra le origini della cultura della futura Italia.
Uno dei motivi più importanti per cui conviene realizzare uno o più circuiti “sulle orme dei grandi viaggiatori in Calabria” è quello di attrarre maggiore e migliore turismo dalle loro nazioni di appartenenza, ma anche per invogliare gli stessi italiani, in particolare i calabresi, a seguire e scoprire i loro itinerari assorbendone i contenuti storici. Inoltre, converrebbe che ogni biblioteca, pubblica e privata, possa avere uno speciale “Scaffale dei viaggiatori” nella nostra regione per poterla conoscere ed amare di più. Infatti, quasi tutti, viaggiatori e studiosi, hanno lasciato traccia scritta dei loro itinerari e struggenti attestati d’affetto.
da Redazione | Nov 21, 2023 | Calabria Natura, Calabria Parchi
Ali maestose della Calabria: il trionfo della conservazione con il ritorno del Grifone, una storia di adattamento straordinario e avvistamenti epici a oltre 1200 metri d’altitudine
Il Grifone (Gyps fulvus), imponente rapace che si distingue come il più grande uccello della Calabria, ha vissuto una notevole storia di reintroduzione nella regione a partire dagli anni 2000. Questo imponente volatile ha trovato il suo rifugio lungo le valli del Raganello, all’interno del territorio di Civita, una località incastonata nel cuore del suggestivo Parco Nazionale del Pollino.
La grandiosità del Grifone è enfatizzata dalla sua apertura alare, che in età adulta può estendersi fino a 240 cm, raggiungendo eccezionalmente anche i 280 cm. Questo conferisce a questa specie di rapace una presenza maestosa e imponente che ne fa uno degli esemplari più significativi dell’avifauna calabrese.
Un episodio di rilievo risale a febbraio del 2020, quando un maestoso esemplare originario dell’area di Civita è stato recuperato a Cirella, confermando la capacità di questi uccelli di spostarsi attraverso la regione calabrese e oltre.
Ancora più recentemente, nel febbraio del 2023, è stato segnalato un avvistamento straordinario di un Grifone nel Parco Nazionale della Sila. L’uccello è stato osservato a un’altitudine sorprendente, superando i 1200 metri, nelle vicinanze del comune di San Giovanni in Fiore, situato nella provincia di Cosenza. Questo avvistamento rappresenta un significativo ampliamento del raggio di distribuzione della specie, evidenziando la sua capacità di adattarsi a diverse aree geografiche della Calabria.
Il Grifone continua a suscitare meraviglia e interesse nella regione calabrese, confermandosi non solo come il più grande uccello della zona ma anche come un simbolo di successo per gli sforzi di conservazione e reintroduzione compiuti negli ultimi decenni. La sua presenza, sia in territori noti come le valli del Raganello che in luoghi precedentemente inesplorati come la Sila, testimonia la vitalità di questi sforzi e l’importanza di preservare e proteggere la ricca diversità faunistica della Calabria.
da Redazione | Nov 18, 2023 | Calabria Borghi, Calabria trekking
Il Sentiero dell’inglese nella Calabria grecanica è costituito da sette tappe percorribili in sette giorni, alla scoperta di piccoli borghi e paesaggi mozzafiato. Un itinerario escursionistico sulle orme del paesaggista britannico che nel 1847 raccontò le bellezze dell’Aspromonte del suo “Diario di un viaggio a piedi”
Segue le tracce di Edward Lear, viaggiatore e paesaggista inglese dell’800 che si inoltrò nell’Aspromonte, il Sentiero dell’inglese, un cammino di 7 giorni all’interno della Calabria grecanica, alla scoperta di paesi abbandonati, paesaggi incredibili, fiumare e borghi da visitare.
Il sentiero dell’inglese nella Calabria grecanica sulle tracce di Edward Lear
Un itinerario di tipo escursionistico, quindi adatto ai più “allenati”, nato nel 1994 grazie ad un progetto del Wwf Italia nell’ambito del programma pilota Cadispa – Conservazione e sviluppo in aree scarsamente popolate -, all’interno del Parco Nazionale dell’Aspromonte, tramite l’ospitalità diffusa.
Il Sentiero dell’inglese nella Calabria grecanica deve il nome proprio a Edward Lear, che decise di intraprendere un viaggio nelle terre del Regno delle Due Sicilie, nel 1847, e di andare alla scoperta anche della Calabria, raccontandone le bellezze nel suo “Il diario di un viaggio a piedi”.
Prendendo spunto dagli scritti di Lear, si diede vita all’itinerario lungo il quale si può trovare una rete di servizi turistici offerti dalle comunità dei piccoli paesi della zona grecanica aspromontana, l’Ospitalità Diffusa. Sperimentata per la prima volta da un gruppo di 16 tedeschi, promuove un modello di turismo etico, non di massa, rispettoso dei luoghi e della cultura del posto, che coinvolge tutte le comunità, le quali traggono numerosi benefici dal modello di ospitalità.
Favorisce ad esempio i legami tra paesi, valorizzando le risorse presenti e permettendo a tutti di contribuire alla crescita culturale e civile delle comunità stesse.
Il rilancio del cammino nel 2019
La sinergia tra Naturaliter (www.naturaliterweb.it ) che si occupa di trekking e ospitalità, e Compagnia dei Cammini, associazione nata per diffondere la cultura del camminare in Italia, permette nel 2019 la ripresa del cammino, con la revisione del percorso, una nuova segnaletica, tracce GPS gratuite e una nuova mappa.
Si dà così vita ad un trekking itinerante da godere anche insieme a guide esperte per scoprire l’area grecanica più affascinante, fatta di tradizioni, buon cibo, bellezze da vedere, e saperi locali, al fine di valorizzarle e renderle fruibili a chi vuole scoprire la vera essenza della Calabria Grecanica.
Il progetto coinvolge l’intera comunità locale dei piccoli centri presenti: dalle famiglie, alle associazioni, agli artigiani, e ancora pastori, operai idraulico-forestali, piccoli imprenditori.
Per realizzarlo, gli ideatori del cammino non hanno mai usufruito di finanziamenti pubblici di alcun genere. Prendendosi cura dei sentieri e dando supporto logistico ai camminatori, che provengono anche dall’Estero, danno la possibilità alla comunità locale di sviluppare una microeconomia basata sull’accoglienza, allontanando così l’ombra del processo di spopolamento purtroppo sempre più vicina ad alcuni territori.
Sette tappe in sette giorni
Varie le località da visitare durante il cammino diviso in sette tappe, da fare in sette giornate: la partenza è da Pentedattilo, il paese abbandonato su cui spicca una roccia a forma di cinque dita, per arrivare a Bagaladi, situato su una collina ai piedi del Monte Sant’Angelo; da Bagaladi si va poi verso Amendolea di Condofuri, nella Vallata dell’Amendolea dominata dalla Fiumara che porta lo stesso nome; si prosegue poi per Bova, uno dei borghi più belli d’Italia, andando all’esplorazione anche di Gallicianò, una piccola frazione in cui abitano 60 persone dove si può visitare la chiesa ortodossa; da Bova al punto panoramico di Monte Grosso e ritorno; per poi andare verso Palizzi, il borgo medievale più a sud d’Italia; da Palizzi a Pietrapennata, piccolo borgo semi abbandonato contornato da grandi rocce; e infine l’ultima tappa, da Pietrapennata a Staiti, il più piccolo comune della Calabria, valicando Monte Cerasia.
In ogni tappa c’è sempre un referente, che può essere un’associazione, un agriturismo, un B&B, pronti a dare accoglienza, sostegno e informazioni per la successiva tappa, e per chi percorre completamente il cammino, viene rilasciato un attestato.
Il Sentiero dell’Inglese ( https://sentierodellinglese.wordpress.com/contatti/ ) nasce con la chiara missione di rendere fruibili ai viaggiatori di tutto il mondo questi angoli incontaminati di Calabria, e far godere tutti loro delle grandi bellezze custodite tra le valli d’Aspromonte.
da Redazione | Nov 14, 2023 | Blog/News, Calabria trekking
Nel cuore del Mezzogiorno italiano, tra dolci colline e coste bagnate dal Mar Ionio e dal Mar Tirreno, si trovano due gemme nascoste: la Basilicata e la Calabria. Queste regioni racchiudono una ricchezza di storia millenaria, paesaggi mozzafiato e una cultura radicata nella terra stessa. È qui che inizia il nostro viaggio, tra i borghi di pietra e gli uliveti e abbiamo attraversato queste terre dove ogni strada sembra svelare un nuovo segreto. Da Matera, con le sue grotte millenarie, alle spiagge selvagge della Calabria, ogni passo ci ha condotto in un mondo di autenticità e scoperta. Andiamo ora alla scoperta di Basilicata e Calabria on the road e sveliamo i dettagli di ogni luogo visitato per invitarvi a vivere queste terre ricche di passato e promesse di futuro.
Diario di viaggio in Basilicata e Calabria
Primo giorno: Policoro e Altamura
Raggiungiamo Policoro in tarda mattinata dopo un viaggio lungo ed estenuante e ci dirigiamo verso l’Oasi WWF Bosco del Pantano dove troviamo un ampio parcheggio gratuito. Qui è presente un centro recupero per le tartarughe visitabile con una guida, il caldo è soffocante per cui decidiamo di raggiungere la spiaggia incamminandoci lungo il sentiero. La spiaggia si presenta come un’immensa distesa di sabbia bianca, completamente selvaggia e, allontanandosi dallo sbocco dei sentieri, deserta; l’acqua è limpida tanto da vedere il fondale. Trascorriamo qui la giornata, tra un bagno e un pò di tintarella. Verso sera raggiungiamo il centro di Altamura dove alloggiamo nella “Dimora Santa Caterina”, uno splendido monolocale appena ristrutturato dotato di cucina, zona notte e bagno. Abbiamo optato per questo soggiorno per la sua vicinanza a Matera. Prima di riposarci decidiamo di passeggiare per le stradine del centro raggiungendo la piazza principale con l’immenso Duomo.
Secondo giorno: Matera
La mattina ci svegliamo di buon’ora e raggiungiamo Matera in circa mezz’ora. Lasciamo l’auto in uno dei numerosi parcheggi gratuiti di Via Lanera e in circa 10 minuti a piedi raggiungiamo il centro storico e Piazza Vittorio Veneto dove gustiamo uno dei meravigliosi scorci sui Sassi dal Belvedere Tre Archi. Nei dintorni della piazza visitiamo l’Ipogeo MateraSum (orario 10.00-19.30 / prezzo 7E con audioguida / cani ammessi /durata 15-20 minuti) e il Palombaro Lungo (orario 09.30-13.00 + 15.00-19.00 /prezzo 3 euro / cani non ammessi / durata 15min) che rappresentano gli ambienti sotterranei più iconici e ben conservati della città. Da qui ci incamminiamo lungo le stradine del Sasso Barisano fino al Museo Laboratorio della Civiltà Contadina (orario 09.00-13.00 + 16.00-19.00 / prezzo 3E / cani ammessi) che ospita al suo interno le riproduzioni delle antiche botteghe medievali.
Siamo arrivati all’ora di pranzo, fa molto caldo e siamo affamati, così raggiungiamo un piccolo locale in Via San Biagio dove gustiamo un ottimo tagliere di salumi e formaggi locali. Dopo pranzo decidiamo di perderci tra i vicoli del Sasso Caveoso raggiungendo la Chiesa San Pietro Caveoso costruita a strapiombo sul torrente Gravina e la Casa Grotta di Vico Solitario (orari 09.30-19.00 / prezzo 5 euro/ cani ammessi). La nostra visita della città volge al termine e con gli occhi ancora meravigliati ci concediamo un gustosissimo gelato alla gelateria Gelida Voglia, prima di raggiungere l’auto.
Prossima tappa Rende, nel cuore della Sila calabrese.
Terzo giorno: Parco Nazionale della Sila
Oggi decidiamo di trascorrere una giornata nella natura e raggiungiamo il Parco Nazionale della Sila. Da Rende impieghiamo circa un’ora per arrivare al parco dei “Giganti della Sila”. Lasciamo l’auto lungo la strada sterrata ed entriamo nel parco. I Giganti della Sila sono alberi secolari, imponenti, che possono superare i 40m di altezza e avere un diametro di tronco considerevole. Dopo aver pagato 5 euro per ingresso ci incamminiamo lungo le passerelle in legno che ci permettono di ammirare questo spettacolo della natura. Terminata l’escursione, ci dirigiamo a Camigliatello Silano per pranzare e raggiungiamo il locale “Mercato Silano Arturo Falcone”. Ordiniamo una grigliata mista di carne e le tipiche patate ‘mpacchiuse con i funghi e con il formaggio caprino, una delizia! Nel pomeriggio raggiungiamo il Centro Visitatori Cupone, gestito dai Carabinieri, da dove parte un sentiero ad anello di circa 3 km che conduce ai recinti faunistici. Il sentiero presenta una parte in salita un pò faticosa, è molto ben tenuto e piacevole, ma non aspettatevi di osservare la fauna!
Rientrati al Centro Visitatori abbiamo trascorso il resto del pomeriggio sulle rive del Lago Cecita prima di rientrare a Rende.
Quarto giorno: Costa degli Dei
Oggi ci svegliamo di buon’ora per raggiungere la Costa degli Dei e in particolare Caria, un piccolo paesino sopra Tropea dove abbiamo prenotato l’appartamento per tutta la settimana. La scelta logistica si rivela vincente in quanto in circa 20 minuti al massimo si possono raggiungere tutte le principali località dei dintorni. L’Appartamento Vacanze è bellissimo, appena ristrutturato, con un ampio open space con cucina e soggiorno, camera da letto, bagno e terrazzo. L’appartamento è dotato anche di giardino privato e parcheggio auto. I proprietari gentilissimi. Dopo aver lasciato i bagagli raggiungiamo la spiaggia La Scalea a Santa Domenica.
Per raggiungere la spiaggia si devono seguire le indicazioni per la stazione ferroviaria, passare sotto lo strettissimo ponte (tranquilli l’auto ci passa) e raggiungere il parcheggio gratuito. Da qui inizia la lunga scalinata, che dà il nome alla spiaggia e permette di raggiungere lo stretto arenile di sabbia dorata. Spostandoci verso destra abbiamo trovato un’ampia caletta semi-deserta dove abbiamo trascorso la giornata tra qualche tuffo in mare e qualche riposino.
Quinto giorno: Costa degli Dei
Come da programma proviamo a raggiungere la spiaggia di Michelino a Parghelia con l’obiettivo di arrampicarci sulla scogliera per raggiungere la solitaria Spiaggia di Vardanello. Purtroppo la prima spiaggia è molto affollata e la seconda irraggiungibile per via del mare agitato, per cui decidiamo di raggiungere la spiaggia del Tono a Capo Vaticano. La spiaggia è davvero meravigliosa, una distesa dorata immensa ma purtroppo le onde erano molto alte e lunghe. Ci siamo sdraiati sulla striscia di spiaggia risparmiata dalla furia del mare e abbiamo trascorso il resto della giornata rilassandoci fino al tardo pomeriggio quando il mare si è ingrossato ancora raggiungendoci. Ormai la giornata era terminata per cui, ridendoci su, abbiamo raggiunto la macchina e siamo rientrati nel nostro appartamento.
Sesto giorno: Costa degli Aranci
Purtroppo anche oggi il mare è molto agitato per cui decidiamo di spostarci sulla costa ionica e raggiungiamo San Sostene Marina vicino a Soverato dove troviamo un’ampia spiaggia semi-deserta e un mare limpido e calmo. Finalmente possiamo tuffarci di nuovo e giocare con i nostri cani in tranquillità.
Settimo giorno: Tropea e Stromboli
Eccoci giunti al giorno che tanto attendevamo: l’escursione a Stromboli. La mattina raggiungiamo Tropea e lasciamo l’auto nei parcheggi gratuiti vicino al porto a 10 minuti a piedi dal centro. Raggiungiamo prima il Santuario Santa Maria dell’Isola con il suo terrazzo panoramico per ammirare uno degli scorci più fotografati della città e poi il centro cittadino perdendoci nei sui vicoletti. Raggiungiamo di corsa il porto ed eccoci sulla barca che ci porterà a Stromboli. Abbiamo scelto la compagnia di Tropea.biz che ci ha permesso di imbarcare i nostri due cani senza prezzi aggiuntivi. Raggiunta Stromboli dopo circa un’ora e mezza di navigazione abbiamo trascorso un paio d’ore sulla meravigliosa spiaggia di sabbia nera dell’isola. Verso le 19.00 ci siamo nuovamente imbarcati per ammirare il tramonto ma soprattutto l’eruzione del vulcano dalla Sciara del Fuoco: uno spettacolo della natura che difficilmente si può esprimere a parole. Nel tardo pomeriggio ci reimbarchiamo per il rientro a Tropea.
Ottavo giorno: Costa dei Monaci
Oggi decidiamo di trascorrere una giornata rilassante al mare, lontano dalla confusione. Per cui ci allontaniamo da Tropea verso nord e raggiungiamo la località di Briatico. Ci fermiamo in una spiaggetta tranquilla di sabbia grossa. La spiaggia è deserta soprattutto all’estremità sud, il mare calmo e l’acqua limpida. Stanchi per l’escursione del giorno precedente, decidiamo di fermarci comunque per trascorrere la giornata.
Nono giorno: Costa dei Monaci
Anche oggi ci spostiamo verso nord alla ricerca di una spiaggia isolata e per caso ci imbattiamo in una spiaggetta deliziosa a Sant’Irene poco prima di Briatico. Nel primo tratto si trova un lido privato, ma se si prosegue verso nord e si superano gli scogli si apre un’ampia baia deserta di sabbia bianca finissima e acqua cristallina. L’unica pecca è l’ingresso in acqua reso molto difficoltoso dalle grosse pietre facilmente risolvibile con le scarpette da scoglio.
Decimo giorno: Reggio Calabria, Scilla e Gioia Tauro
Decidiamo di dedicare la giornata alla visita di Reggio Calabria che raggiungiamo in poco meno di un’ora e mezza di viaggio. Lasciata l’auto gratuitamente vicino a Piazza Garibaldi ci dirigiamo subito verso la Chiesa degli Ottomani per ammirare il bellissimo mosaico ospitato al suo interno, ma purtroppo la troviamo chiusa. Così ammiriamo la vicina Cattedrale e ci incamminiamo verso il Museo Archeologico facendo prima tappa alla pasticceria SottoZero dove pranziamo con una gigantesca e buonissima brioche con gelato.
Entriamo gratis al Museo Archeologico Nazionale in quanto è la prima domenica del mese. Il Museo è molto ampio e all’interno si possono trovare reperti antichissimi oltre che i meravigliosi e famosissimi Bronzi di Riace. Terminata la visita percorriamo il famoso lungomare Falcomatà che tra le altre ospita tre gigantesche sculture umanoidi dell’artista Rabarama.
Raggiungiamo il Castello Aragonese che visitiamo ed infine ci rimettiamo in viaggio per raggiungere Scilla dove visitiamo lo splendido borgo di Chianalea con le sue abitazioni colorate a picco sul mare. Verso sera raggiungiamo Gioia Tauro per far visita a degli amici calabresi. Qui respiriamo la vera vita calabrese fatta di piccoli quartieri dove tutti si conoscono, di anziani seduti sull’uscio di casa a chiacchierare, di bambini che giocano a pallone sulle strade. Siamo andati a cenare in un ristorante sul mare dove abbiamo potuto assaggiare la stroncatura con nduja, una pasta tipica del posto. Devo ammettere che le porzioni erano decisamente abbondanti ma era tutto talmente buono che non è avanzato nulla. Dopo questa piacevolissima serata siamo rientrati a Caria: un incubo! Tra le stradine di campagna, la nebbia fittissima e i numerosissimi cinghiali. Ma con un pò di coraggio e fortuna siamo riusciti a rientrare.
Undicesimo giorno: Costa dei Monaci
Oggi decidiamo di dormire più a lungo e trascorriamo l’ultimo giorno in questo angolo di Calabria ritornando nella spiaggia che ci è piaciuta di più, a Sant’Irene. Dopo una giornata tranquilla e rilassante decidiamo di rientrare verso l’alloggio, ma ci attende una meravigliosa sorpresa. Proprio qui oggi è visibile il Tramonto di Ulisse. Uno spettacolo mozzafiato. Si tratta di un fenomeno visivo per cui in due giorni all’anno da diversi punti della costa calabrese è possibile vedere il sole tramontare esattamente nella bocca del vulcano Stromboli.
Dodicesimo giorno: Zungri e Pizzo Calabro
Purtroppo è arrivato il momento di lasciare Tropea e la sua meravigliosa costa per spostarci verso Isola di Capo Rizzuto, ma prima di arrivare la strada è molto lunga e ricca di meraviglie. La prima tappa della giornata la facciamo a Zungri, dove è possibile visitare l’insediamento rupestre degli Sbariati, un vero e proprio sito archeologico costituito da antiche case scavate nella roccia. Terminata la visita raggiungiamo la vicina Pizzo dove lasciamo l’auto in uno dei parcheggi gratuiti lungo la strada principale e ci incamminiamo verso la meravigliosa Piazza della Repubblica con la sua bellissima vista panoramica. Abbiamo deciso di fermaci a mangiare in un piccolo locale in piazza con un coppo di fritto misto di mare prima di raggiungere la famosissima Chiesa di Piedigrotta. Raggiungerla non è stato semplice comunque sia abbiamo raggiunto la spiaggia dove sorge la splendida chiesa. La leggenda narra di un evento miracoloso avvenuto nel 1600 quando durante una tempesta un gruppo di pescatori si rifugiò in una grotta naturale lungo la costa per cercare riparo. Durante la notte, fecero voto alla Madonna, chiedendo salvezza in cambio della costruzione di una cappella in suo onore. Dopo che la tempesta si placò e i pescatori si furono miracolosamente salvati, iniziarono ad onorare il loro voto e costruirono la piccola chiesa all’interno della grotta. Da allora gli artisti locali trasformarono la grotta in una vera e propria chiesa, scolpendo statue sacre e altari direttamente nella roccia.
All’uscita dalla chiesa facciamo ritorno nella piazza principale per visitare il Castello Aragonese dove fu imprigionato e giustiziato il re Gioacchino Murat. Prima di partire ci fermiamo al Bar Dante per assaporare il tartufo di Pizzo al pistacchio. Semplicemente divino! Raggiungiamo così, intorno all’ora di cena, Isola di Capo Rizzuto dove trascorriamo la notte.
Tredicesimo giorno: Santa Severina e Le Castella
Purtroppo oggi il cielo è molto nuvoloso e promette un temporale che fortunatamente non arriverà. Decidiamo di raggiungere il borgo di Santa Severina con il suo bellissimo castello normanno. Nel primo pomeriggio raggiungiamo Le Castella dove ci perdiamo tra le sue stradine ricche di negozietti e raggiungiamo il Castello Aragonese. Quest’ultimo è accessibile gratuitamente, ma per la maggior parte è interdetto alla visita per ristrutturazioni o aree pericolanti. Dopo una breve visita torniamo verso l’alloggio a Capo Rizzuto.
Quattordicesimo giorno: Costa dei Saraceni
Per quest’ultimo giorno di vacanza decidiamo di rilassarci e trascorriamo la giornata alla spiaggia dei Gigli. Si trova vicino ad un campeggio dove si lascia l’auto per 5 euro al giorno. Essendo a fine stagione il proprietario ci ha lasciato parcheggiare l’auto gratuitamente. La spiaggia è una distesa immensa di sabbia scura con un mare meraviglioso e cristallino. Un ottimo luogo per rilassarsi e trascorrere una giornata piacevole.
Quindicesimo giorno: Costa dei Cedri, Arcomagno e rientro
Eccoci giunti alla fine di questa splendida vacanza, ma come al solito decidiamo di rientrare durante le ore notturne per cui abbiamo davanti ancora un’altra meravigliosa giornata. Decidiamo di avvicinarci nuovamente alla costa tirrenica guadagnando circa tre ore di viaggio. Sostiamo a Cirella in una spiaggia deserta di ghiaietta fine dove ci riposiamo prima del viaggio. A metà pomeriggio siamo pronti per partire ma abbiamo ancora un’ultima tappa: la spiaggia dell’Arcomagno. Raggiungerla a piedi è molto faticoso ma fattibile, la prima parte del sentiero è una scalinata ripida che permette di raggiungere la cima della scogliera, da qui si inerpica un sentiero in terra battuta, immerso nella natura che in corca 10 minuti ci permette di raggiungere questa perla naturale, una spiaggia nascosta in un’insenatura e protetta da un’arco di roccia. Impossibile non restarne affascinati. E con queste bellissime immagini indelebili lasciamo la Calabria per rientrare a casa.
Conclusioni
Questo viaggio attraverso Basilicata e Calabria ci ha regalato un’esperienza ricca di emozioni, scoperte e imprevisti. Le dolci colline, le spiagge mozzafiato e i borghi antichi sono stati gli sfondi di una vacanza intensa e autentica. Dai paesaggi naturali ai tesori storici, ogni tappa ha portato con sé una nuova meraviglia da scoprire. Le visite a Matera, il Parco Nazionale della Sila e l’indimenticabile escursione a Stromboli sono state esperienze che hanno arricchito il viaggio. Infine la scoperta di fenomeni naturali straordinari, come il Tramonto di Ulisse, ci hanno regalato un finale indimenticabile a questa splendida vacanza.