da Redazione | Dic 26, 2023 | Calabria Natura, Calabria Parchi
Nibbio reale in Aspromonte
Life Milvus è il nome del progetto attraverso il quale è stata messa in campo un’importante attività mirata a ripopolare il Parco Nazionale dell’Aspromonte con i nibbi reali. Il progetto è cofinanziato dalla Commissione Europea, della quale l’Ente Parco Nazionale dell’Aspromonte è coordinatore, affiancato da E-Distribuzione S.p.A, da Regione Calabria e dall’associazione Conservatoire des espaces naturels de Corse (Corsica). Dai responsabili del progetto Life Milvus si apprendono le ultime, buone, notizie sugli otto nibbi reali rilasciati lo scorso luglio 2023 nel Parco Nazionale dell’Aspromonte.
I giovani esemplari originari del Cantone di Friburgo, in Svizzera, sono costantemente monitorati dal team di ornitologi del progetto. In autunno, in genere, una parte della popolazione svizzera migra verso sud per svernare nella Francia o nella Spagna meridionale, mentre una parte rimane in Svizzera anche durante la stagione invernale. Non era quindi scontato il comportamento dei giovani esemplari trasferiti in Calabria. Gli otto nibbi reali liberati nel Parco Nazionale dell’Aspromonte per ora si sono suddivisi equamente: ad oggi, quattro di essi sono rimasti in Calabria meridionale, mentre quattro si sono trasferiti nella parte centro settentrionale della Sicilia. I quattro individui approdati in Sicilia si sono aggregati ad altri conspecifici con i quali condividono i dormitori (roost), secondo un’abitudine tipica della specie.
Il progetto LIFE MILVUS – “Misure per la conservazione del nibbio reale in Calabria (Italia) e in Corsica (Francia)” (LIFE18 NAT/IT/000917) ha come obiettivi principali l’insediamento di una popolazione di nibbio reale nel Parco Nazionale dell’Aspromonte e la conservazione a lungo termine della specie in Corsica. Partito ad ottobre 2019, il progetto, coordinato dall’Ente Parco Nazionale dell’Aspromonte, si concluderà nel 2025.
da Redazione | Dic 20, 2023 | Calabria Natura
La magia di una locomotiva a vapore tra i boschi innevati. Hai mai pensato di viaggiare su una locomotiva a vapore in Calabria, tra i boschi ricoperti di neve del Parco Nazionale della Sila?
Il Treno della Sila è un’esperienza d’altri tempi, che cattura ed emoziona in ogni stagione dell’anno ma offre un tocco di magia in più proprio durante le feste natalizie, quando il paesaggio attorno è un bosco innevato e a bordo succedono cose straordinarie: dall’incontro con Babbo Natale a un finto “assalto di briganti”, passando per la degustazione di dolci e prodotti tipici natalizi.
Vieni a scoprire il Treno della Sila, un’esperienza romantica da vivere in coppia o un percorso divertente con amici e famiglia.
Il Treno della Sila che sbuffa tra i boschi
Salire a bordo del Treno della Sila significa tornare indietro nel tempo, agli inizi del Novecento, quando la locomotiva a vapore, oggi rimessa a nuovo, era fiammante di fabbrica e si inerpicava sulle pendenze dell’Altopiano Silano lungo la linea “a scartamento ridotto” più alta d’Europa (otre 1400 metri d’altitudine).
La locomotiva a vapore FCL 353 fu costruita nel 1925 dalla società August Borsig di Berlino ed è oggi l’ultimo esemplare della sua categoria. Ecco perché è un’emozione profonda ascoltare il fischio del capotreno che invita adulti e bambini a salire a bordo delle antiche carrozze di legno originali, firmate “Carminati & Toselli” di Milano, con finestrini apribili; affacciarsi ai balconcini di ghisa tra l’una e l’altra e godersi un viaggio a ritmo lento, di quelli davvero “slow” e a contatto con la natura.
Cosa aspettarsi sulla vecchia FCL 353? Un percorso immerso in un panorama da fiaba, tra i boschi e le radure del Parco Nazionale della Sila, in compagnia di un equipaggio cortese, capace di raccontare la storia del treno e compiere ancora oggi tutte le manovre a mano.
Tra una tappa e l’altra, il Treno della Sila trasforma il viaggio in un’esperienza da vivere con tutti i sensi: rappresentazioni in costume, incontri sorprendenti, musica dal vivo e degustazioni di stagione sono gli elementi aggiuntivi che rendono unica questa corsa indietro nel tempo, già di per sé indimenticabile.
Cosa vedere lungo il percorso
Il Treno della Sila parte dalla stazione di Camigliatello Silano, frazione montana e sciistica del Comune di Spezzano della Sila, e arriva a destinazione nella deliziosa stazioncina di San Nicola Silvana Mansio, Comune di Casali del Manco, entrambe in provincia di Cosenza.
Prima di salire a bordo, un giro per Camigliatello offre l’opportunità di conoscere una delle storiche stazioni sciistiche calabresi, e degustare qualche buon prodotto tipico a marchio tra le numerose botteghe e gastronomie che caratterizzano questo irresistibile centro turistico montano.
Ad esempio, qui è d’obbligo assaggiare i piatti a base della dolcissima Patata della Sila IGP e acquistare un Caciocavallo Silano DOP.
Una volta partiti, il Treno della Sila percorre un itinerario di circa 3 ore, completamente immerso in un bosco di pini larici, faggi secolari e abeti bianchi.
All’arrivo, la pittoresca stazione di San Nicola Silvana Mansio (in località Serra Pedace, oggi Comune di Casali del Manco), tinteggiata di bianco e verde, è la sosta perfetta per assistere alle sapienti manovre manuali attraverso le quali i macchinisti girano la locomotiva su se stessa e la predispongono al viaggio di ritorno.
da Redazione | Dic 13, 2023 | Calabria Natura, Calabria Parchi
Il foliage autunnale nel Parco Nazionale della Sila che trasforma i paesaggi in opere d’arte naturali e uno spettacolo ricco di colori
Il foliage della Sila sa regalare spettacoli senza pari. I paesaggi autunnali si trasformano in veri e propri dipinti, dove la natura crea un’atmosfera magica trasformando i boschi in vere e proprie opere d’arte. Il verde rilucente delle foglie ha ceduto il passo a una ricca varietà di tonalità, in un’esplosioni di colori unici. I gialli dorati, gli arancioni brillanti, i rossi fiammeggianti, il viola e il marrone creano una sinfonia di colori che incanta gli occhi con l’odore pungente nell’aria e la fresca brezza autunnale.
Il foliage che si può ammirare in Sila resta uno dei più belli visibili in tutta Italia. Questo affascinante fenomeno è tipico dei boschi del Nord America ricchi di caducifoglie, soprattutto aceri, dai profumi pungenti e dai colori variopinti, che porta le chiome degli alberi a cambiare colore durante i mesi autunnali. Le condizioni meteorologiche, la quantità di luce solare e la temperatura giocano un ruolo cruciale in questa trasformazione. L’alternanza di giorni caldi e soleggiati a notti fredde (ma non gelate), infatti, favorisce le bellissime sfumature delle piante decidue, perché la clorofilla contenuta nel fogliame si degrada progressivamente rivelando gli altri pigmenti presenti. Ogni albero contribuisce, con la propria unicità, a creare una sinfonia cromatica.
Il foliage della Sila che celebra l’autunno
In Italia è possibile ammirare il foliage autunnale, in tutto il suo splendore in diverse regioni, come la Val di Funes in Alto Adige, nella Foresta Umbra, sui Monti Cimini nel Lazio, nelle Foreste Casentinesi in Toscana, nel Parco Nazionale della Majella in Abruzzo e naturalmente, fino a quanto la neve non inizierà a cadere, nei boschi del Parco Nazionale della Sila, dove pini, faggi, olmi montani, betulle, abeti, pecci, aceri, pioppi, frassini e tutte le piante che popolano l’altopiano, celebrano l’autunno con i suoi colori.
La Sila offre una varietà di piante difficilmente riscontrabile in altre zone dello stivale. Il foliage è diventato negli ultimi anni anche sinonimo di escursionismo, visite guidate, trekking fotografici ed itinerari enogastronomici nel cuore del Parco nazionale. Le foglie, una volta giunte al loro culmine di bellezza, lasceranno lentamente spazio all’inverno oramai prossimo. Questa transitorietà rende il foliage autunnale uno spettacolo ancora più prezioso, da cogliere ed apprezzare appieno.
da Redazione | Dic 10, 2023 | Calabria Natura, Calabria trekking
Quelle bellezze naturalistiche che tolgono il fiato, viaggio tra le cascate della provincia di Reggio Calabria.
Tour attraverso paesaggi mozzafiato. Vediamo dove si trovano le più spettacolari
Paesaggi mozzafiato, natura e relax lontani dal tran tran quotidiano. La Calabria è ricca di bellezze naturalistiche tutte da scoprire tra queste ci sono senza dubbio le cascate, ma quali sono le più belle da visitare nella provincia di Reggio Calabria? Il nostro viaggio tra le cascate della provincia di Reggio Calabria vi porterà tra le location più selvagge e spettacolari dell’intera Regione.
Il nostro tour parte dalle cascate dell’Amendolea o cascate Maesano che rientrano nel comune di Roghudi. Qui il tempo sembra essersi fermato, si tratta infatti di uno spettacolo a cielo aperto nell’Aspromonte. Il loro nome deriva dal fiume da cui si originano, si possono raggiungere anche in jeep e finiscono in un piccolo laghetto dove è possibile fare il bagno per chi non teme l’acqua gelida.
Nel cuore dell’Aspromonte e precisamente vicino al comune di Samo ci sono le cascate di Forgiarelle note anche con il nome di cascate di Ferraina, queste si possono però raggiungere da diverse località. Si trovano a circa 1200 metri di altitudine e sono tra le più antiche. Qui il torrente Ferraina compie un salto di 70 metri. Meta ideale per gli amanti dell’avventura.
Conoscete invece le cascate del Marmarico a Bivongi? Forse non tutti sanno che sono le cascate più alte della Calabria e sono considerate tra le più belle della Penisola. Si trovano all’interno del Parco regionale delle Serre e si caratterizzano per forza e maestosità tanto da essere spesso scelte come scenario per film di avventura.
Siete mai stati alle cascate di Mundu e Galasia grande e piccola a Molochio? Anche qui vi troverete immersi in un paesaggio da fiaba sempre all’interno del Parco Nazionale d’Aspromonte, due opere d’arte della natura che meritano di essere visitate. Il nome della prima deriva dal grecanico Mundu e significa nudo, il nome della seconda invece indica un burrone. Percorrere il sentiero tra la fitta vegetazione per raggiungerle è un’esperienza tutta da vivere.
da Redazione | Dic 4, 2023 | Blog/News, Calabria enoturistica
In Calabria, questo lembo di terra, primo approdo degli antichi greci affacciato sul Mar Jonio, è da sempre vocato alla viticoltura. Dai vitigni autoctoni recuperati attraverso ricerche storiche fino a percorsi sostenibili nella natura incontaminata della tenuta, ecco come la famiglia Librandi ha deciso, da tre generazioni, di valorizzarlo.
Osservando lo stemma comunale di Cirò Marina si nota un profilo maschile dalla folta capigliatura formata da grappoli d’uva. Si tratta di Dioniso, o Bacco, la divinità del vino e della vite nella mitologia classica. Un’icona perfetta per la cittadina nella provincia di Crotone, punto di riferimento della produzione vinicola calabrese e tappa obbligata per i wine lover di tutto il mondo.
Questo territorio, ricco di tesori di mare e di terra che offrono prodotti di grande eccellenza come vini e agrumi, è meta importante anche per gli appassionati di archeologia, grazie alla presenza di moltissime aree storiche ricche di reperti, che ne documentano il grandioso passato fin dai tempi della Magna Grecia. Nota e amata dagli appassionati di mare e sport acquatici, grazie alle coste meravigliose che si sono guadagnate il titolo di bandiera blu e verde, Cirò Marina recentemente è diventata punto di riferimento per gli appassionati di wine trekking.
Antichi territori vitivinicoli tutti da scoprire
Cirò Marina è una meta incantevole, che rappresenta alla perfezione la storia e l’anima della vite e del vino di questa terra, dove pianure e colline a ridosso del mare si sono adattate e trasformate in una grande varietà di sottozone, ognuna con il proprio carattere e peculiarità.
È proprio qui che i primi coloni greci sbarcati sulle coste, rimasero impressionati dalla fertilità di questa terra e portarono nuovi vitigni da impiantare, che avrebbero contribuito alla nascita del Cremissa, il vino che si narra fosse il premio delle antiche olimpiadi.
Storie di famiglia, tradizione e innovazione
L’esperienza enoturistica durante un viaggio a Cirò Marina diventa ancora più coinvolgente se alla bellezza del panorama si aggiunge la possibilità di poter visitare uno dei luoghi più caratteristici della zona: l’azienda vinicola Librandi, che da tre generazioni è ambasciatrice nel mondo della viticoltura calabrese con i suoi 350 ettari tra vigneti, oliveti e boschi.
Si tratta di una “famiglia del vino” sempre impegnata a diffondere la conoscenza del patrimonio locale. Pionieri della ricerca in ambito vitivinicolo, i Librandi hanno riscoperto vitigni autoctoni ormai dimenticati o perduti e avviato percorsi storico-antropologici, viticoli, enologici e genetici, al fine di conservare e valorizzare al meglio le caratteristiche delle varietà autoctone calabre.
Un lavoro che si è ulteriormente ampliato nel 1997 con l’acquisto della tenuta Rosaneti, dove sono stati creati vigneti sperimentali, tra i quali il giardino varietale. Questa collezione di vitigni autoctoni accoglie attualmente circa 200 varietà recuperate su tutto il territorio regionale, disposte in un vigneto dalla caratteristica forma a spirale. Un lavoro di ricerca complesso e con diversi obiettivi scientifici. Tra questi spicca ovviamente il lavoro di selezione clonale che ha portato alla registrazione dei primi cloni ufficiali di Gaglioppo, Magliocco e Pecorello, messi a disposizione di tutti i viticoltori calabresi.
Esperienze enoturistiche, Museo della Viticultura, percorsi cicloturistici e degustazioni sostenibili
Per i visitatori e gli enoturisti più appassionati, la cantina Librandi offre esperienze in linea con la propria filosofia di vita, nel segno della valorizzazione della natura. La proposta più completa è la Giornata Librandi, che inizia in cantina, con una visita completa delle varie sezioni, per poi partire alla volta dei vigneti dell’azienda Rosaneti, da visitare a bordo degli storici pick-up, che raggiungono tutti gli angoli della proprietà, e raggiungere il Museo della Viticoltura e del Vino, VI.TE.S. (Viticoltura, Territorio, Storia): si tratta di otto sale che, attraverso la collezione di attrezzi d’epoca, raccontano in modo didattico il passato della viticoltura calabrese, dalla Magna Grecia alla Calabria moderna. Il museo, fortemente voluto da Nicodemo Librandi, è oggi in continua evoluzione ed è situato nel casolare di inizio ‘800 nel cuore dell’azienda, perfetto per effettuare una degustazione dei vini e dei prodotti tipici, per poi trascorrere un pomeriggio all’insegna del relax, passeggiando tra i filari.
Il territorio incontaminato della tenuta diventa, così, lo spazio in cui il visitatore può sentirsi libero di muoversi, tra passeggiate e percorsi cicloturistici che si snodano all’interno dei vigneti, vivendo un’esperienza immersiva all’aria aperta tra sport, cultura e degustazioni, in uno scenario incorniciato dai vicini borghi abbarbicati sulle colline circostanti. Come in un viaggio fuori dal tempo.