da Redazione | Feb 25, 2024 | Borghi italiani
Vi portiamo oggi in uno dei gioielli più importanti del nostro Paese: i turisti amano venire qui e non se ne pentono mai.
Il canale Youtube Tourist Channel ha parlato in un video agli utenti del web di un paese in Liguria che dovete assolutamente visitare. È una meta molto conosciuta anche dai turisti stranieri, parliamo di Rocchetta Nervina.
VISITIAMO QUESTO BORGO IN LIGURIA
La Liguria è una regione davvero piena di tesori. Oggi vi portiamo in un paese che si trova in provincia di Imperia e che conterebbe soltanto 291 abitanti! Lo troviamo a circa 240 metri di altitudine, proprio nella Valle del Barbaira, che è un fiume affluente del Nervia. La sua parte superiore è caratterizzata dalla presenza del Monte Abellio, ma poi troviamo anche il Monte Terca e il Monte Morgi. Quindi sorge tra i monti, il che lo rende un paesino davvero suggestivo da visitare. È immerso nella natura, quindi stupirà sicuramente a chi ama l’aria aperta.
Ci troviamo in particolare a Rocchetta Nervina. Ma come mai questo luogo davvero incantevole si chiama Rocchetta? Beh perché rocchetta significa piccola roccia e quindi il riferimento sarebbe all’esistenza della piccola fortezza o piccola cittadella. Nervina, invece, è l’aggettivo che si riferisce alla Valle del Nervia. Si tratta di un antico borgo fortificato che in passato era conosciuto con il nome di Castrum Barbairre. In seguito venne distrutto dal marchese di Dolceacqua.
BENVENUTI A ROCCHETTA NERVINA
La prima volta nella quale si è parlato di Rocchetta Nervina, in base ai documenti pervenuti oggi, sarebbe stata il 1186. Un manoscritto medievale, infatti, riporta il nome di questo paesino in occasione di una ribellione organizzata dai cittadini che si sarebbero espressi negativamente nei confronti di Enrichetto dei Conti di Ventimiglia. Il signore venne messo alla fuga e fu così che si rifugiò nel suo castello.
Nel 1342 passò sotto la signoria dei Doria, nel marchesato di Dolceacqua. Tra il 1348 e il 1378, la cittadina visse un periodo difficile e tumultuoso dovuto alle varie rappresaglie, per via dei conflitti tra il Ducato di Savoia, i Doria e gli abitanti di Rocchetta. Nel 1360 si documentò una delle peggiori devastazioni compiute dal tiranno di Dolceacqua. Successivamente, la città fu messa sotto ai Savoia e poi di nuovo ai Doria. Nel 1723 entrò a far parte della contea di Nizza e poi nel 1729 della provincia di Sospello. Si tratta di un luogo davvero ricco di storia e di cultura, popolato da pochissime persone e forse starebbe proprio in questo la vera magia. Vi consigliamo assolutamente di visitarlo se avete a disposizione almeno un fine settimana libero, siamo certi che non vi pentirete di scoprire il gioiellino di Rocchetta Nervina, nel cuore della Liguria.
da Redazione | Feb 20, 2024 | Borghi italiani
Il Lazio, terra di ricchezze culturali e paesaggi suggestivi, ospita quattro borghi che meritano di entrare nella vostra lista di mete imperdibili. Con stradine medievali e panorami pittoreschi, esploriamo insieme questi luoghi che vi immergeranno in un’atmosfera unica e autentica.
Quattro Borghi imperdibili nel Lazio
Vitorchiano: Il borgo sospeso della Tuscia
Immerso nel cuore della suggestiva Tuscia, Vitorchiano cattura l’attenzione con la sua integrità architettonica e paesaggistica. Situato a breve distanza da Viterbo, questo affascinante borgo storico nel Lazio si distingue per le sue abitazioni che, come per magia, sembrano abbracciare lo sperone di roccia vulcanica su cui sorgono, meritandosi il titolo di “Borgo Sospeso”. Celebrato come uno dei borghi più affascinanti d’Italia, Vitorchiano ha saputo preservare nel tempo il suo centro storico, un vero scrigno di autenticità e bellezza. Il borgo vanta diverse attrazioni, tra cui la Statua di Marzio, eretta in Piazza Umberto I. Quest’opera, realizzata in peperino nel 1979 dallo scultore Luigi Fondi, commemora l’eroico gesto di Marzio, un pastore vitorchianese che avvertì Roma di un attacco etrusco. Altre tappe imperdibili includono la suggestiva Porta Romana e la cinta muraria, autentici specchi del passato medievale di Vitorchiano. Perdersi tra le strade del centro storico, come Via Arringa e Via Arriosto, permette di scoprire angoli suggestivi e dettagli curati che raccontano la storia millenaria di questo affascinante borgo.
Celleno: il borgo fantasma
Celleno, posizionato tra i Laghi di Bolsena e Alviano, è un antico borgo diventato uno dei borghi fantasma più suggestivi d’Italia. Con radici che risalgono alla civiltà etrusca, Celleno ha vissuto un destino avverso, colpito da epidemie, frane e terremoti che hanno portato alla sua abbandono. L’esplorazione di Celleno inizia dall’Antico Borgo, situato su uno sperone di tufo che si affaccia sulla valle. Qui, è possibile esplorare il Castello Orsini, circondato da un fossato, e ammirare la Chiesa di San Carlo. Il borgo offre anche panorami mozzafiato sulla Valle dei Calanchi. Eventi come il presepe vivente durante il periodo natalizio e la Sagra della Ciliegia a giugno rendono la visita di Celleno ancora più affascinante.
Calcata: Il borgo degli artisti
Calcata, un bellissimo borgo medievale nella provincia di Viterbo, è la meta ideale per chi cerca una fuga artistica e storica. Abitato principalmente da artisti e comunità hippie, Calcata è circondata dal verde del Parco Valle del Treja. Il borgo offre un’esperienza unica, con le sue strade pittoresche, botteghe artigiane e studi d’artisti. Se vi trovate qui dovete assolutamente fare una tappa alla sala da tè della signora Gemma, dove è possibile scegliere tra 500 teiere e 101 tipi di tè, godendo di una vista panoramica dalla terrazza.
Ronciglione: il “Borgo dei Borghi”
Ronciglione, vincitore del titolo “Borgo dei Borghi” nella trasmissione Kilimangiaro di Rai 3, è un piccolo borgo medievale nella provincia di Viterbo. Attraversare il Borgo di Sotto con i suoi vicoli deliziosi e visitare la Casa Museo della Venerabile Mariangela Virgili sono solo alcune delle attività imperdibili. Il quartiere medievale di Ronciglione è un viaggio nel tempo, con la Chiesa di Santa Maria della Provvidenza, la Fontana degli Unicorni, e il Duomo che raccontano la storia del borgo. Via Roma e i palazzi rinascimentali mostrano l’impronta dei Farnese, trasformando Ronciglione in un centro industriale nel XVII secolo. E non possiamo dimenticare che Ronciglione è la terra dove è nato e cresciuto Marco Mengoni. Lungo le vie acciottolate del borgo, i testi delle sue emozionanti canzoni si fondono armoniosamente con l’atmosfera, regalando un’esperienza unica che coniuga il patrimonio storico con l’espressione artistica contemporanea.
Questi quattro Borghi nel Lazio rappresentano alcune tra le più belle perle architettoniche di questa magnifica Regione.
da Redazione | Feb 12, 2024 | Blog/News
Autonomia e Aspromonte: la vocazione unitaria del Sud ha radici antichissime che tornano alla luce in epoca di nuovi separatismi. È questo il tema di un convegno che l’Associazione Nuovo Umanesimo sta organizzando in risposta alla riforma sulla conclamata Autonomia.
Garibaldi e la sua passione unitaria
La passione unitaria meridionale traspariva profondamente dalla popolarità di un eroe come Giuseppe Garibaldi nel Risorgimento, protagonista di epopee popolari specie dopo la ferita in Aspromonte Ma ancora prima l’unità è oggetto di un progetto straordinariamente attuale come una risposta al separatismo: è il progetto dei Normanni contenuto nella Canzone d’Aspromonte. C’è infatti nella canzone d’Aspromonte, la chanson de geste ambientata nella montagna sacra dei calabresi, in primo piano il segno dell’unità europea. Dopo la caduta di Risa-Reggio, per mano degli africani, tutti gli eserciti europei convergono in Aspromonte in difesa della cristianità.
Aspromonte baluardo a Sud dell’Europa
L’Aspromonte diviene così il baluardo a Sud dell’Europa come i Pirenei lo erano a Nord, Orlandino è l’eroe della canzone di Aspromonte, così come nella canzone di Roland. L’empereur è colto da Orlandino mentre sta per soccombere nel duello col saraceno Almonte e esce vincitore conquistando l’elmo, la spada e il cavallo del pagano come ricorda Ariosto nell’Orlando Furioso che prende le mosse proprio dall’Aspromonte. La fontana ha un ruolo importante nella Canzone. Essa non è soltanto il luogo dove avviene il fatale duello tra Almonte ed Orlandino, ma entra anche nella profezia di Gallicella, la donna guerriera che sarà il modello di Bradamante, la donna guerriera dell’Ariosto.
Aspromonte fu simbolo di valore ed unità
Per secoli l’Aspromonte fu simbolo di valore ed unità finché i rifacimenti della prima Canzone ne perpetuarono la memoria, includendo i vari territori con l’inserimento di particolari che l’esercito di cantastorie nelle corti rinascimentali innestava nella vicenda principale. I Normanni, nel cui ambito sorge la Canzone, avevano un progetto politico ben definito di unità che si rifaceva a quello europeo dei carolingi, ma che guardava soprattutto all’Italia. Dunque, la Canzone non sarebbe la chiamata alla Guerra Santa ma il programma politico dei Normanni successori dei carolingi e poi dei signori delle corti padane. I Normanni avevano in comune con le corti padane l’ideologia cavalleresca, il sogno di uno stato meridionale cuore dell’impero.
Il primitivo progetto in questa direzione era tramontato alla morte di Federico II nel 1250 ma restava un’idea unitaria. Il progetto ha come elementi fondamentali la presenza forte dello Stato e la continuità dell’elemento educativo con l’inclusione di tutti i territori. Ogni territorio veniva incluso con un luogo, un personaggio, una gionta-aggiunta. Si crea pertanto una sorta di unità attraverso la lingua e la letteratura a cui lavorano intensamente le accademie. Il progetto politico-educativo dei Normanni in pratica si esaurisce alla morte di Federico ma ritorna con le corti.
Lorenzo dei Medici è il continuatore del progetto di uno stato unitario europeo
Lorenzo dei Medici è il continuatore del progetto di uno stato unitario europeo. La sua politica di equilibrio crea questo orizzonte politico. Dopo la pace di Lodi del 1454 tra Milano e Venezia e la morte del Magnifico, il progetto subisce un altro arresto ma viene ripreso dalle accademie. Le chanson de geste offrono un apporto notevole a tale progetto perché integrano nel ceppo principale tutti i territori con eroi locali, i suoi luoghi. Il poemetto della fine del 400 ha la sua importanza proprio nella direzione del progetto politico unitario.
Riunisce infatti i dati dei vari Aspromonti e propone ancora l’idea di unità. La canzone trasmigra al Nord accolta dai Gonzaga, ad Urbino e poi a Firenze, a Milano, a Venezia il poemetto in ottave è di casa dagli Estensi e viene letto da Ariosto. Verdizzotto, il redattore che appartiene all’Accademia senese, bada al modello virgiliano ma costruisce l’ottava, provvede a riprendere la tradizione classica ma sostituisce le invocazioni alle divinità pagane con preghiere cristiane
Se nella primitiva canzone prevale il fondamento del progetto educativo, la cortesia cavalleresca, qui prevale la solidarietà. Il gioco delle varianti rispetto ai temi fissi è notevole. La salita di Namo resta invariata e così il duello tra Almonte ed Orlandino, ma ci sono piccoli particolari che variano il tema. La tecnica del rinvio della narrazione nel momento culminante per creare sospensione sarà poi ripresa da Ariosto. Il poemetto che si diffonde dalla fine del 400 ad Urbino, Firenze, Milano, Venezia e Ferrara porta al pubblico delle corti l’idea di uno stato meridionale che risale la penisola e crea unità. Il progetto diveniva quello dell’unità nella differenza. Proprio quello di cui abbiamo bisogno.
da Redazione | Feb 4, 2024 | Calabria Natura, Calabria trekking
Alla scoperta della valle del Savuto: un’avventura tra verdi sentieri storici, incantevoli cascate e la bellezza segreta della Cascata di Cannavina
Se sogni una fuga immersa nella natura e nella storia, la Valle del Savuto con la sua maestosa Cascata di Cannavina si presenta come la meta ideale. Situata nella provincia di Cosenza, questa affascinante vallata offre panorami mozzafiato, testimonianze archeologiche e radicate tradizioni locali.
Il fiume Savuto, che conferisce il suo nome alla valle, origina dalle maestose montagne della Sila e sfocia con grazia nel Mar Tirreno. Lungo il suo percorso, ti aspettano incantevoli panorami di boschi lussureggianti, cascate scroscianti, fiumi sinuosi e antichi borghi che conservano intatto il fascino di un’epoca passata. Conosciuto dagli antichi greci come Ocinarus e dai romani come Sabbatus, il fiume ha svolto un ruolo cruciale in importanti eventi storici.
Tra le gemme della Valle del Savuto, spicca la Cascata di Cannavina, un vero capolavoro naturale che si tuffa da un’altezza di 15 metri in un’acqua cristallina e rinfrescante. La cascata, quasi nascosta tra le rocce, è accessibile attraverso un sentiero agevole, adatto anche ai più piccoli (sebbene non consigliato per passeggini).
Per esplorare ulteriori tesori della valle, ti consigliamo di seguire i sentieri indicati dall’associazione Trekking Savuto Sila, impegnata nella manutenzione e nella segnaletica lungo il fiume.
Tra le opzioni proposte, spiccano tre percorsi principali: il sentiero “Tra Storia e Leggenda”, che inizia a Rogliano e raggiunge la Cascata di Cannavina e il Ponte di Tavolaria ( costruito al tempo in cui la Calabria fu sotto il dominio spagnolo e risale al 1592 ) su una distanza di circa 5 km; il sentiero “Wild Savuto”, che forma un anello di circa 12 km attraverso boschi e torrenti; e il sentiero dei “Tre Ponti”, un percorso di 20 km che attraversa tre storici ponti, offrendo un’esperienza memorabile tra la storia e la natura della Valle del Savuto.
da Redazione | Gen 29, 2024 | Calabria Borghi, Calabria mare
Un paesino nascosto nel cuore della Calabria jonica, dove vecchie tradizioni e accoglienza tipica del Sud vanno a braccetto
Ci troviamo in una piccola località calabrese in provincia di Cosenza ed affacciata sullo Jonio, poco conosciuta ma non per questo poco bella, tranquilla e interessante per la sua storia e per il suo mare: Mandatoriccio.
Un accenno di Storia
La storia di Mandatoriccio è un po’ diversa dal solito, poiché sembra essere una località fondata agli inizi del XVII secolo da Teodoro Mandatoriccio proveniente da Crosia, ma è stato scoperto, grazie ad alcuni ritrovamenti di reperti archeologici rimasti nella cittadina, che già in epoca precedente era un luogo abitato. Nonostante i ritrovamenti, il nome del fondatore è rimasto immutato per questa simpatica località che sembra derivi dal latino o dal greco come il padrone di una mandra.
Mandatoriccio diventa una zona fortificata con il suo castello di proprietà della famiglia omonima fino quasi alla fine del XVII secolo, per poi diventare nel tempo una università francese sotto il governo di Cariati a cui fu sottratta la limitrofa ancora più piccola località di Pietrapaola (di cui parlerò poi). Seppur piccola, Mandatoriccio insieme alle altre del Regno d’Italia fece la sua parte nelle vicende nazionali e storiche riprendendosi lentamente Pietrapaola agli inizi del secolo scorso.
Mandatoriccio si è formata lentamente, grazie a tutti coloro che fuggendo i pericoli dei pirati e dalle montagne circostanti arrivavano qui per vivere in pianura e in tranquillità; i vari contadini e allevatori che transitavano spesso si fermavano nella piazza principale, ora Piazza Garibaldi, o dietro la Chiesa dell’Addolorata per poi proseguire verso la Sila o verso il basso per rifocillarsi durante il cammino.
Nel 1783 un violento terremoto colpì un’ampia zona della Calabria partendo dalla Sicilia, le scosse furono molto forti e l’Italia meridionale fu colpita tanto da rimanere nella storia;
alcune località vennero distrutte e ricostruite, tra cui Mandatoriccio, che si trovò a combattere anche con violenti maremoti.
Cosa vedere a Mandatoriccio
Sebbene non più in piedi dalla sua costruzione che risale alla fine del XV secolo, esistono alcuni ruderi dell’ormai scomparso Castello di Mandatoriccio, che doveva essere dotato di un ponte levatoio e quattro torrioni, a difesa dai Turchi, così come alcuni resti delle mura megalitiche che si possono vedere intorno alla cittadina; ben visibile è il torrione, dove al suo interno ora ha sede il Municipio. Proprio attorno a questa fortezza il popolo di Mandatoriccio si stabilì e rimase a vivere in maniera più tranquilla.
La Chiesa della Madonna Addolorata è una costruzione mutata nel tempo, con una forma irregolare. La varietà di materiali usati per la sua edificazione dimostra quante modifiche siano avvenute dalla sua nascita.
Il mare e la spiaggia
Se Mandatoriccio si trova leggermente in alto rispetto al mare, c’è da dire che la parte bassa, Mandatoriccio marina, ha un mare bellissimo, di una trasparenza e incantevole limpidezza;
le sue spiagge sono di sabbia fine e chiara, molto ampie e tanto tanto lunghe. Fare il bagno in queste acque equivale a fare il bagno in piscina, tanto è chiaro questo mare.
Come si vive a Mandatoriccio
La gente che si incontra a Mandatoriccio non è tanta, anzi diciamo che ora è rimasto attivo solo un negozio dove si trova di tutto. Da Franco infatti si può acquistare dal rasoio al pane, perché è davvero l’unica attività rimasta aperta; certo non manca il bar e nemmeno la chiesa, ma il mio incontro con Franco è stato interessante.
Franco mi ha raccontato un po’ della storia del paese, di chi è andato in cerca di fortuna tanti anni fa e ancora deve tornare, di chi invece credeva di trovare di meglio fuori di lì e invece è tornato a casa. A Mandatoriccio ci sono tante case, alcune sembrano abitate perché hanno le imposte aperte ma invece sono vuote, e alla mia domanda curiosa Franco mi ha risposto sorridendo che è per intimorire i ladri.
Posso dire che questo paesotto mi è piaciuto tanto, mi è piaciuto il panorama che si gode da lassù, mi è piaciuto proprio perché è solo, perché non ha abitanti tanti quanti le case, perché ho toccato con mano cosa vuol dire rimpiangere i paesani andati via, perché seppur triste quelle poche persone anziane che sono lì salutano chiunque passi, e poi grazie a Franco ho capito che la gente, la sua gente, gli manca e nonostante ciò il sorriso non gli è mai mancato.