Bova: un viaggio nella Calabria grecanica

Bova: un viaggio nella Calabria grecanica

Per chi desidera un’esperienza autentica, un viaggio a Bova è un incantevole viaggio in un passato remoto, dove le tradizioni millenarie si intrecciano con la vita quotidiana
Sulle pendici dell’Aspromonte, immerso in un paesaggio montano di rara bellezza, si trova Bova, un borgo antico che custodisce un tesoro prezioso: la lingua grecanica. Un dialetto di origine greca, sopravvissuto nei secoli e ancora vivo tra le mura del borgo.
Passeggiando per i vicoli acciottolati, si respira un’atmosfera di quiete e semplicità. Le case in pietra, con i tetti di tegole rosse, si affacciano su panorami mozzafiato, regalando scorci indimenticabili.
Il cuore pulsante del borgo è la sua piazza centrale, dove si affacciano la Chiesa di San Leo, con il suo campanile normanno, e il Palazzo Comunale. Qui, il tempo sembra essersi fermato e non è raro vedere, come un tempo, i bambini giocare in libertà, gli anziani ritrovarsi per conversare animatamente e – naturalmente – il profumo dei piatti tipici invadere l’aria.
Tuttavia, non sfugge certamente agli occhi e alle orecchie dei visitatori come la vera anima di Bova sia il grecanico: ascoltare gli anziani del luogo parlare questa lingua antica, con le sue sonorità evocative e il suo ritmo cadenzato, è un’esperienza immersiva davvero unica, un viaggio nel tempo che riporta indietro di secoli, quando la Calabria era terra di Magna Grecia. Oltre alla lingua, il borgo custodisce gelosamente le sue tradizioni. I costumi tipici, i canti popolari, le danze e i riti religiosi sono ancora vivi e vengono tramandati di generazione in generazione.

Cosa vedere a Bova

Per immergersi completamente nella cultura grecanica, diverse sono le possibilità a disposizione degli interessati. Si possono frequentare corsi di lingua, partecipare a laboratori artigianali, assistere a spettacoli folcloristici o degustare i piatti tipici della cucina locale.
Un’esperienza imperdibile è ad esempio quella della visita al Museo Civico “Gerhard Rohlfs”, dedicato al celebre studioso tedesco che per primo si dedicò allo studio del grecanico. Il museo ospita una ricca collezione di reperti archeologici, abiti tradizionali, strumenti musicali e documenti storici che raccontano la storia millenaria del borgo.
Tuttavia, forse la bellezza maggiore di cui si potrà godere a Bova è l’esperienza di passeggiare per i vicoli del borgo e ammirare le tipiche case in pietra. Non sarà poi difficile individuare alcuni dei monumenti più celebri come la Chiesa di San Leo e il Palazzo Comunale, o degustare i piatti tipici della cucina locale, fare un’escursione nei dintorni del borgo e ammirare i panorami montani.
Ricordiamo con questa occasione che il periodo migliore per visitare Bova è sicuramente l’estate, quando il borgo si anima di eventi e manifestazioni, e che per immergersi completamente nella cultura grecanica, è anche possibile alloggiare in una casa famiglia o in un agriturismo.

La lingua grecanica, le origini e la storia fino a noi

Protagonista indiscussa di tutto il territorio, la lingua grecanica, o greco-calabra, è un affascinante idioma minoritario ancora vivo in alcune zone della Calabria meridionale, come a Bova. Le sue origini affondano nella storia millenaria della Magna Grecia, quando le colonie greche fiorirono lungo le coste dell’Italia meridionale.
In particolare, ad oggi esistono due teorie principali sulle origini del grecanico. La prima è la teoria magnogreca, secondo cui vi sarebbe una discendenza diretta della lingua grecanica dal greco antico parlato dai coloni greci a partire dall’VIII secolo a.C. La lingua si sarebbe poi conservata in alcune zone isolate, resistendo alla latinizzazione e alle successive dominazioni. La seconda è invece la teoria bizantina, secondo cui il grecanico sarebbe il risultato di migrazioni di popolazioni ellenofone dall’Impero bizantino tra il IX e il XII secolo. In questo caso, la lingua sarebbe più recente e non discenderebbe direttamente dal greco antico.
Ad ogni modo, indipendentemente dalle sue origini, quel che emerge in modo evidente è che il grecanico ha avuto un ruolo importante nella cultura e nell’identità delle comunità calabresi che lo parlano. Nel corso dei secoli, la lingua ha subito influenze dal latino, dall’italiano e da altri dialetti locali, sviluppando caratteristiche distintive che la rendono un idioma unico.
Ad oggi, il grecanico è parlato da circa 30.000 persone in 9 comuni della Calabria meridionale, tra cui Bova. La lingua è riconosciuta come minoranza linguistica storica dallo Stato italiano e gode di tutela e promozione.
Purtroppo, nonostante tutti gli sforzi per la sua salvaguardia, il grecanico è ancora una lingua a rischio di estinzione. Le sfide principali sono legate al declino demografico, all’emigrazione e alla concorrenza dell’italiano. Tuttavia, la speranza per il futuro del grecanico è viva. Diverse iniziative sono in atto per promuovere la lingua tra le nuove generazioni, come l’insegnamento nelle scuole, la pubblicazione di libri e materiale didattico, e l’organizzazione di eventi culturali.
Preservare il grecanico significa non solo proteggere un patrimonio linguistico prezioso, ma anche mantenere viva la cultura e l’identità delle comunità che lo custodiscono. Ecco perché un viaggio a Bova, alla scoperta di questa lingua e del territorio in cui parla ancora, è un’esperienza culturalmente unica, pronta ad arricchire di fascino e di emozioni tutte le persone che avranno il desiderio di recarsi qui e di alimentare con curiosità la propria voglia di approfondire la conoscenza della lingua grecanica.
Un’avventura unica nel cuore della natura: scopri le cascate del Menotre, l’oasi segreta dell’Umbria

Un’avventura unica nel cuore della natura: scopri le cascate del Menotre, l’oasi segreta dell’Umbria

Esplora il cuore verde dell’Umbria attraverso le cascate del Menotre, un tesoro nascosto che promette avventure e panorami mozzafiato.

Nel cuore dell’Umbria, le cascate del Menotre rappresentano un angolo di paradiso incontaminato, dove la natura regna sovrana. Questo articolo ti guiderà alla scoperta di questo luogo magico, offrendoti consigli utili e curiosità per rendere la tua visita indimenticabile. Preparati a immergerti in un’esperienza unica, tra paesaggi da cartolina e storie avvolte nel mistero.

Un percorso accessibile a tutti

Le cascate del Menotre offrono un’escursione adatta a tutti, inclusi i bambini. Il viaggio inizia tra gli uliveti, promettendo subito un’atmosfera magica. Mentre procedi, il sentiero ti conduce in un bosco rigoglioso, dove il fruscio delle foglie e il canto degli uccelli ti accompagnano verso la prima grande scoperta: la cascata dell’Altolina. Questa cascata non è solo un spettacolo naturale ma nasconde anche una grotta misteriosa, accessibile ai visitatori più avventurosi. Qui, l’acqua ha scolpito la roccia nel corso dei millenni, creando un paesaggio da sogno.

All’interno della grotta, puoi osservare da vicino la formazione del travertino, un fenomeno geologico affascinante che testimonia la storia naturale del territorio. Il percorso è impreziosito dalla presenza di pioppi cipressini e edera, che aggiungono un tocco di verde intenso al paesaggio.

Ricorda di indossare scarpe comode per goderti al meglio l’escursione e di portare con te una macchina fotografica. Le cascate, con i loro giochi d’acqua e luci, offrono momenti unici per gli appassionati di fotografia. Questa esperienza alle cascate del Menotre è un’immersione totale nella natura e nella bellezza incontaminata dell’Umbria.

Il borgo di Pale e i suoi tesori

Il borgo di Pale ti accoglie con la sua atmosfera unica. Situato nel comune di Foligno, è una perla dell’Umbria. Dopo l’escursione alle cascate, esplora questo luogo incantevole. L’Eremo di Santa Maria Giacobbe è un sito da non perdere. Carico di spiritualità e avvolto in leggende, risale al 1200. La sua chiesa, affrescata tra il XIV e il XVI secolo, merita una visita.

Per una pausa gustosa, prova il panino con il ciauscolo all’Angoletto di Pale. Questo affettato tipico umbro è morbido come il burro. Pale offre un mix perfetto di naturastoria e gastronomia. Un’esperienza autentica ti aspetta in questo angolo di paradiso umbro.

Consigli pratici per la tua visita

Prima di avventurarti verso le cascate del Menotre, ecco alcuni suggerimenti utili:

  • Indossa scarpe comode per camminare.
  • Porta con te una macchina fotografica.
  • Le cascate sono l’ideale per chi ama la fotografia.
  • Utilizza un cavalletto e un filtro oscurante per scatti mozzafiato.
  • L’accesso alle cascate è gratuito e aperto tutto l’anno.

Questi consigli ti aiuteranno a godere appieno della bellezza naturale delle cascate e del paesaggio circostante. Le cascate del Menotre offrono scenari unici, perfetti per fotografie indimenticabili. Ricorda che l’avventura è sempre a portata di mano, basta essere preparati.

Le cascate del Menotre sono un gioiello dell’Umbria che aspetta solo di essere scoperto. Che tu sia un amante della natura, un appassionato di storia o semplicemente alla ricerca di un’esperienza rilassante, questo luogo ha molto da offrire. Non lasciarti sfuggire l’opportunità di esplorare uno dei paesaggi più incantevoli e ricchi di storia della regione.

 

 

Un viaggio nel cuore della Valnerina: alla scoperta di un paradiso perduto

Un viaggio nel cuore della Valnerina: alla scoperta di un paradiso perduto

Scopri il fascino senza tempo di Scheggino, un borgo umbro dove storia, natura e tradizioni si fondono in un’esperienza unica.

Nel cuore pulsante dell’Umbria, avvolto dalle verdi valli della Valnerina, sorge Scheggino, un borgo che sembra sospeso nel tempo. Questo piccolo gioiello, con le sue stradine acciottolate e le antiche dimore, racconta storie di epoche lontane, invitandoti a scoprire i suoi segreti. Scheggino è un invito a rallentare, a respirare la tranquillità di un luogo dove la natura regna sovrana, e la storia si intreccia con la vita quotidiana.

Tra mura e misteri: la storia viva di Scheggino

Scheggino, incastonato nella Valnerina, è un borgo che racchiude secoli di storia. La sua cinta muraria, risalente al XIII secolo, testimonia un passato di lotte e difesa. Entrando dalla Porta Valcasana, ti trovi nel cuore medievale del borgo, dove il tempo sembra essersi fermato.

Le vie del borgo si snodano tra palazzi storici e botteghe artigianali, offrendo uno spaccato di vita autentica. Il Palazzo Profili e il Palazzo Graziani sono esempi di eleganza e storia, con le loro facciate imponenti che si ergono tra le strette viuzze. Qui, ogni pietra, ogni balcone fiorito, parla delle generazioni che hanno abitato questi luoghi. Scheggino è un invito a scoprire la bellezza della semplicità, dove la storia si intreccia con la quotidianità. Un viaggio in questo borgo non è solo un’escursione, ma un tuffo nel passato, un’esperienza che arricchisce l’anima.

Immergiti nella natura

La Vallata del Fiume Nera è un paradiso naturale che circonda Scheggino. Qui, le acque cristalline del fiume creano scenari da sogno. Attraversando ponti e passerelle, ti trovi immerso in un paesaggio dove montagne e boschi fitti si riflettono nelle acque serene.

Il Parco di Valcasana, poco distante dal centro, offre un rifugio di pace e bellezza. Qui, sorgenti d’acqua cristallina e antichi allevamenti di trote si nascondono tra una vegetazione rigogliosa.

Le fonti della Fiumarella sono un tesoro nascosto, dove l’acqua sgorga pura da millenni. Questo angolo di Scheggino invita a esplorare, a respirare profondamente, a riconnettersi con la natura. Passeggiare in questi luoghi è un’esperienza rigenerante, un modo per riscoprire la bellezza selvaggia che solo la Valnerina sa offrire.

Adrenalina e natura: avventure uniche

Scheggino è il punto di partenza ideale per chi cerca avventura e emozioni nella natura incontaminata della Valnerina. Il Greenway del Nera offre un percorso cicloturistico unico, che si snoda attraverso antichi borghi medievali e paesaggi mozzafiato lungo il fiume Nera. Questa pista ciclabile è perfetta per esplorare la zona in bicicletta, con tappe adatte a tutti i livelli di preparazione.

L’Umbria Activity Park, il più grande parco avventura del centro Italia, promette divertimento per tutta la famiglia. Con percorsi acrobatici tra gli alberi, ponti tibetani, e carrucole, l’adrenalina è assicurata. Qui, puoi anche cimentarti nel tiro con l’arco o sfidare gli amici a minigolf.

Scheggino diventa così il luogo dove avventura, divertimento e natura si incontrano, offrendo esperienze indimenticabili a contatto con l’ambiente. Un’avventura a Scheggino è un ricordo che rimarrà impresso nel cuore, un’esperienza che rinnova e ispira.

Scheggino non è solo un luogo da visitare, ma un’esperienza da vivere. Qui, la storia, la natura e l’avventura si fondono in un’armonia perfetta, offrendo momenti indimenticabili. Lasciati incantare da questo borgo, dove ogni angolo nasconde una storia, ogni panorama ispira tranquillità, e ogni avventura ti avvicina alla natura. Scheggino ti aspetta per regalarti emozioni uniche, in un viaggio che rimarrà impresso nel cuore.

Questo lago in Umbria è il rifugio perfetto per gli amanti della natura e dello sport

Questo lago in Umbria è il rifugio perfetto per gli amanti della natura e dello sport

Scopri il fascino inesplorato del lago di Piediluco, un tesoro naturale incastonato nel cuore dell’Italia.

Nel cuore dell’Italia, al confine tra Umbria e Lazio, si nasconde un piccolo paradiso: il lago di Piediluco. Questo specchio d’acqua, il secondo per grandezza in Umbria dopo il Trasimeno, offre paesaggi mozzafiato e un’atmosfera di pace e tranquillità. Con una superficie di 1,58 km² e una profondità massima di 19,5 metri, il lago è un luogo ideale per gli amanti della natura e dello sport.

Storia millenaria a specchio d’acqua

Il lago di Piediluco custodisce segreti antichi. Un tempo chiamato “Septem Aquae”, era noto per i suoi sette bracci. Quest’area, ricca di storia, ha visto civiltà diverse. Reperti dell’età del Bronzo svelano la vita di chi prima di noi ammirava queste acque. Nel Museo Pigorini di Roma, oggetti in bronzo narrano storie millenarie: tra questi, coltelli, fibule e frammenti di spade. Testimonianze di un passato glorioso, quando il lago era crocevia di culture. Anche Cicerone menzionò queste terre, testimoniando l’importanza del lago nella Roma antica. La sua geografia unica ha influenzato storie e leggende. Il lago, con i suoi misteri, continua a incantare. Un luogo dove natura e storia si fondono, offrendo uno spaccato unico del passato. Qui, ogni pietra, ogni onda, racconta una storia antica, legando il presente all’epoca dei romani e oltre.

Un paradiso per gli sportivi

Il lago di Piediluco è una meta ambita per gli appassionati di canottaggio. La Federazione Italiana Canottaggio ha scelto questo luogo per il Centro Nazionale Federale. Qui, atleti di livello internazionale si allenano e competono. La superficie calma e i venti regolari creano condizioni ideali per la navigazione. Il lago ospita regate di fama nazionale e internazionale. Le boe segnano percorsi di gara da 1000 a 2000 metri. Il Circolo Canottieri Piediluco promuove lo sport a tutti i livelli. Anche la Polisportiva Circolo Lavoratori Terni contribuisce, con attività sulle acque del lago. Questo specchio d’acqua è perfetto per chi ama lo sport all’aria aperta. Qui, la passione per il canottaggio si unisce alla bellezza del paesaggio. Un luogo dove sport, natura e comunità si incontrano, creando un’atmosfera unica. Il lago di Piediluco dimostra come lo sport possa valorizzare e vivificare un territorio.

Un’immersione nella natura e nell’arte

Il lago di Piediluco è fonte di ispirazione per artisti e viaggiatori. La sua bellezza ha catturato l’attenzione di pittori famosi. Jean-Baptiste Camille Corot immortalò il lago nei suoi dipinti. Questi lavori diffondono la magia del lago nel mondo.

Oltre all’arte, il lago è un habitat ricco di biodiversità. La fauna ittica include specie autoctone e alloctone, rendendolo interessante per biologi e pescatori. Tra le specie, troviamo l’anguilla, la carpa e il luccio. Anche la trota e il persico reale abitano queste acque. La varietà di specie ittiche testimonia l’equilibrio ecologico del lago. Questo luogo offre un connubio perfetto tra naturaarte e scienza.

Un’escursione al lago di Piediluco regala momenti di pace e ispirazione. Qui, la natura si mostra in tutta la sua splendida diversità. Un invito a esplorare, ammirare e proteggere questo gioiello naturale. Il lago di Piediluco rappresenta una meta imperdibile per chiunque desideri scoprire le meraviglie nascoste dell’Italia centrale. Che tu sia un appassionato di storia, un amante dello sport o semplicemente alla ricerca di un angolo di pace e bellezza naturale, questo lago saprà offrirti esperienze indimenticabili e panorami da cartolina. Un viaggio attraverso la natura, la storia e l’arte, dove ogni visita rivela nuovi tesori e storie da raccontare.

Un cuore di pietra tra l’Aspromonte e il mar Ionio: è Gerace, la città delle cento chiese

Un cuore di pietra tra l’Aspromonte e il mar Ionio: è Gerace, la città delle cento chiese

Bella tra le belle della Locride, Gerace si erge a 470 metri di altezza dominando dall’alto la Costa dei Gelsomini. La sua cattedrale è da record: è l’edificio religioso più grande della Calabria. 

Gerace è chiamato “il paese delle 100 chiese”. In realtà, oggi ne ha 17 ma si dice che qui ne siano state edificate in tutto 128. Ne spunta una quasi in ogni vicolo e c’è una piazza che, da sola, ne conta 3 poste su altrettanti lati: San Francesco, San Giovannello, Sacro Cuore. Si chiama, neanche a dirlo, piazza delle Tre chiese. A pochi metri c’è la cattedrale dell’Assunta. L’imponenza salta all’occhio ma è certificata anche dai numeri: con i suoi 1. 868 metri quadrati di superficie è infatti l’edificio religioso più grande della Calabria.

Servirebbero, forse, anche cento parole a fare da filo conduttore al nostro racconto di Gerace, se ne trovano ovunque. Tra gli antichi palazzi e le botteghe scavate nella roccia. Sul nostro taccuino ne abbiamo segnato però, come di consueto, soltanto tre.

Sparviero è la prima. Una parola che sa di leggenda e aggiunge fascino alla bellezza della storia. Ierax, nell’antica lingua greca. Da qui deriverebbe il nome Gerace, da quello del rapace che fin quassù guidò gli abitanti di Locri Epizefiri in fuga dai Saraceni invasori. A circa 470 metri di altezza, tra la montagna e il mare, tra l’Aspromonte selvaggio e l’indomito Ionio.

Restando con i piedi per terra, all’origine del nome ci sarebbe invece quello di una santa venerata da queste parti: Ciriaca. E così torniamo alla storia e alle sue tracce ancora evidenti. È Borghetto la nostra seconda parola e l’omonima porta segna l’accesso al centro storico di Gerace. È una delle tre rimaste delle 12 porte urbiche originarie. Proseguendo verso l’interno si incontra invece la Porta del Sole, così chiamata perché, essendo rivolta a oriente, all’alba accoglie i raggi nascenti e li lascia penetrare attraverso il suo arco.

La terza parola si trova proprio qui davanti: è Bombarde. Ieri la zona in cui erano posti i cannoni a difesa del territorio, oggi una meravigliosa terrazza sulla Costa dei Gelsomini.

Si erge fiera Gerace, offrendosi agli sguardi senza timidezza, consapevole del suo splendore. Si eleva da quello scrigno di ricchezze che è la Locride, vegliando su di essa dall’alto, oggi come ieri.

Lasciandola, non si può fare a meno di girarsi un’ultima volta a guardarla. Cuore di pietra in mezzo al verde, piccolo olimpo in mezzo alla valle. Bella tra le belle, accogliente ma inespugnabile.